Teatro e Critica: evoluzione delle recensioni teatrali

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La critica teatrale è sempre andata di pari passo con i mezzi di comunicazione.

Se nelle epoche antiche del teatro greco erano i filosofi ad occuparsi di critica teatrale ed il teatro era esso stesso un “media” importante che raccontava il passato, i costumi, i miti, ma sapeva anche criticare il presente in modo ironico, l’età moderna, con l’industrializzazione e la diffusione della stampa, ha dato spazio alla nascita della figura “specializzata” del critico teatrale.

 

La critica teatrale tra ‘800 e ‘900

Nel XIX secolo, teatro narrativo e teatro lirico movimentavano la vita culturale e l’intrattenimento nelle città europee ed americane: erano gli attori di teatro ad essere i divi del tempo, facendo sognare in modo trasversale aristocratici, borghesi ma anche il popolo.

La critica teatrale all’epoca occupava un ruolo importante nella stampa, il mass media dell’epoca. Pur con livelli di alfabetizzazione minori rispetto ad oggi, le critiche “il giorno dopo” della prima dello spettacolo erano temutissime da registi ed attori.

Il “genere” giornalistico della critica teatrale non si limitava però alla recensione o stroncatura dello spettacolo, ma sconfinava nel gossip vero e proprio. Le pagine dedicate al teatro erano più d’una e spaziavano dalla recensione alla vera e propria promozione dello spettacolo. Si parlava degli spettacoli previsti in futuro e si raccontava la vita delle star del teatro, esattamente come si fa oggi con i divi di Hollywood.

Questo fenomeno ha il merito di fare uscire la critica teatrale dai testi dei filosofi e, pur mantenendosi al centro dell’interesse e del dibattito culturale anche per le grandi menti (ad esempio George Bernard Shaw ma anche Antonio Gramsci furono critici teatrali), diffonde la cultura teatrale ad una più ampia platea rendendo la critica una voce importante della cultura popolare.

Nel ‘900 però il fenomeno inizia a ridursi in termini di popolarità: la critica teatrale come fenomeno possiamo dire “pop”, tra le due guerre inizia lentamente e progressivamente ad avere meno spazio nella stampa, in favore dei nuovi media (radio, cinema e poi televisione).

Ritorna lentamente ad essere un fenomeno delle élite più colte: la critica teatrale diventa un oggetto di studio accademico. Nelle università la critica teatrale viene accolta sotto diversi punti di vista e trattata con rigore scientifico: l’antropologia, la semiotica e l’estetica sono campi di indagine che si sono specializzate nello studio e nell’analisi del teatro.

 

Critica teatrale e nuove tecnologie: un’opportunità

L’evoluzione del teatro diventato un’arte per pochi e, di conseguenza, la nascita di una critica teatrale accademica, sono oggetto di dibattito.

Non si capisce se questi fenomeni sono stati l’unica ed inevitabile conseguenza del fatto che altri media hanno conquistato il pubblico o se invece hanno favorito e velocizzato il distacco tra pubblico e teatro.

Già negli anni ‘80 Silvio d’Amico (anche lui critico teatrale) additava i registi e i drammaturghi come responsabili della “chiusura” del teatro a larghe fette della società. Autori che si sforzavano e si vantavano di sdegnare le masse il più possibile e di scrivere testi sempre più inaccessibili. Emblematica è la frase:

 

Oggi gli autori scrivono per i piccoli gruppi intellettuali, per una certa critica, per porre la candidatura alle varie Accademie, non scrivono più per la folla. Sdegnano di fare quello che non hanno sdegnato Eschilo, Shakespeare, Calderon, Molière. E allora la folla che essi affettano di ignorare li abbandona.

 

Negli anni della digitalizzazione la critica teatrale ed il teatro stesso hanno di nuovo una grande opportunità di riprendersi pubblico.

 

Internet e la (potenziale) democratizzazione della cultura

Se è vero che internet in molti casi abbia contribuito all’appiattimento culturale, diventando cassa di risonanza globale per contenuti superficiali, è anche vero che ha permesso a persone con interessi tra i più disparati di esprimersi e di trovare, in qualsiasi parte del mondo, altre persone con cui condividerle.

Questo ha ridato voce agli amanti del teatro che si trovavano fuori dal contesto accademico, ma che comunque erano dotati di cultura e passione per il teatro tali da poter arricchire il dibattito teatrale con le loro recensioni. Grazie alla possibilità di comunicare liberamente su siti e blog, amanti di teatro di tutto il mondo hanno potuto esprimersi e leggersi l’uno con l’altro, intessendo un dibattito critico libero e fertile.

Con un maggior pluralismo garantito dai blog, la critica teatrale ha un’occasione unica di uscire fuori dalle biblioteche e dai circoli ristretti, per conquistare un pubblico più ampio e soprattutto avere più voci con diversi punti di vista.

Grazie ai blog di teatro indipendenti, molti appassionati sono diventati voci di rilievo nel mondo della critica teatrale ed in generale, tutto il mondo del teatro ci ha guadagnato una migliore visibilità e comunicazione. Visibilità e comunicazione che si traducono in maggiore accessibilità: che internet possa riportare il teatro nel cuore del grande pubblico?

Stiamo parlando di un mondo che già esiste ma dalle potenzialità tutte inesplorate: nel 2016 l’80% degli Italiani non aveva visto nemmeno uno spettacolo teatrale.

Si tratta di una statistica triste per un Paese che dovrebbe portare l’arte teatrale nel mondo.

Internet è il giusto canale per parlare di teatro, sperimentando linguaggi nuovi e più vicini al pubblico. Per farlo innamorare di nuovo di un mondo che visto dall’esterno appare ermetico, incomprensibile e noioso all’utente medio, riflettendo le considerazioni che Silvio d’Amico faceva già negli anni 80.

 

Internet e l’utente recensore

Parlando di internet non possiamo tralasciare il concetto dellutente recensore: sul web, l’utente finale riprende il suo potere immediatamente, lasciando feedback su qualsiasi cosa, recensioni che poi possono influenzare seriamente la scelta di altri utenti. 

Basti pensare al potere delle recensioni su TripAdvisor o su Amazon diventate per molti il metro da usare per le loro scelte in fatto di locali o prodotti.

Al momento non esiste a livello globale un sito come TripAdvisor per spettacoli teatrali: lo stesso TripAdvisor ha creato situazioni paradossali come ristoranti falsi inventati per scherzo con recensioni false che facevano tutto esaurito. Anche senza una piattaforma dedicata, gli utenti in realtà possono già recensire i teatri su TripAdvisor e ovviamente usare Facebook per lasciare recensioni su compagnie teatrali, attori e spettacoli, che questi abbiano la loro pagina ufficiale o meno.

Nel secondo caso il tutto sarà un post sul profilo dell’utente che però influenzerà le scelte di qualcun’altro.

Sicuramente, la deriva “TripAdvisor” potrebbe colpire anche l’arte teatrale nel momento in cui questa tornasse ad essere più popolare anche tramite internet. Così come utenti abituati a mangiare ai buffet “stroncano” il ristorante stellato perché “si mangia poco”, un utente abituato ai film in grafica digitale ed agli youtuber potrebbe stroncare i migliori spettacoli teatrali.

Ma si tratta di rischi che vale la pena correre: nell’arte è sempre meglio avere tante voci e punti di vista diversi, dai più profondi ai più superficiali, che poche voci autorevoli chiuse nei loro dibattiti.

Il teatro è un’arte viva, non un museo di narrazioni. 

Lasceresti la tua recensione?

E tu cosa mi dici? Se esistesse una sorta di Trip advisor del Teatro diffuso a livello nazionale, lasceresti le tue recensioni dopo aver visto uno spettacolo teatrale? Pensi che farebbe bene al mondo del Teatro o che sarebbe dannoso? Lasciami un commento con la tua opinione qui sotto!

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