Ho sempre pensato che, in qualsiasi ambito, è bene guardare al passato e a chi ci ha preceduto per riuscire al meglio in quello che ci prefissiamo.
Chi è venuto prima di noi è sempre un buon maestro da cui poter apprendere, anche se questa persona purtroppo non c’è più. È infatti quel che ha fatto a sopravvivere, nel bene e nel male, alla sua esistenza e a continuare ad insegnarci qualcosa.
Per quanto riguarda lo studio della Recitazione, penso che oltre a dover esserci di fondo un grande amore per il teatro, sia più che giusto avere dei punti di riferimento.
Nel panorama italiano cinematografico e teatrale, a mio avviso esistono sette grandi attrici italiane a cui guardare durante la propria formazione prima e il proprio mestiere d’attrice poi.
Sette donne completamente diverse l’una dall’altra.
Sette interpreti eccezionali ma con delle loro precise caratteristiche.
In parole semplici, Sette Icone a cui ispirarsi per diventare attrici migliori.
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1. Mariangela Melato: l’Anticonformista
La prima attrice di questa mia personale classifica è sicuramente lei, Mariangela Melato. Classe 1941, è una delle poche attrici non romane a essere riuscita ad imporsi a Cinecittà.
Dopo aver ricevuto una formazione d’attrice teatrale e essersi fatta le ossa tra le assi del palcoscenico a fianco di grandi del teatro come Dario Fo e Luca Ronconi, ha esordito al cinema con Pupi Avati nel suo horror “Thomas e gli indemoniati” nel 1970.
Le è bastato solo qualche anno per diventare una delle più celebri e richieste interpreti femminili del cinema italiano degli anni settanta.
La sua straordinaria versatilità le permise di partecipare con successo sia in pellicole drammatiche che in quelle brillanti.
Ma è grazie soprattutto alla sua personalità anticonvenzionale che ha potuto dar prova di sè interpretando ruoli particolari in film anticonformisti.
Indimenticabili rimangono infatti le sue interpretazioni nei film dell’originalissima regista e sceneggiatrice Lina Wertmüller e al fianco del grande Giancarlo Giannini: “Mimì metalurgico e ferito nell’onore“, “Film d’amore e d’anarchia – Ovvero ‘Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…’ ” e ovviamente “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto“. (Come dimenticare la meravigliosa aristocratica snob della Melato?)
Mariangela Melato nel corso della sua straordinaria carriera si è alternata tra teatro e cinema, regalandoci interpretazioni indimenticabili. E il teatro, il suo pirmo e vecchio amore, torna ad essere preponderante nella sua carriera soprattutto a partire dalla metà degli anni ottanta.
A questo proposito, è importante citare la sua proficua collaborazione col regista teatrale Luca Ronconi che ha dato alla luce ad alcune delle ultime messinscene a cui Mariangela ha partecipato: Amor nello specchio e La Centaura di Giovan Battista Andreini, Nora alla prova (adattamento di “Casa di bambola” di Henrik Ibsen).
Purtroppo la sua ritirata dalle scene è stata improvvisa e repentina per motivi di salute.
E così un maledetto tumore al Pancreas ce l’ha portata via nel gennaio del 2013.
Forse l’insegnamento più grande che ci ha lasciato è non avere paura di mettersi in gioco, interpretando i ruoli più diversi e insoliti. E io mi accontenterei di avere anche solo un briciolo del suo grandissimo Coraggio.
2. Anna Magnani: la “divina, semplicemente divina”
Così la definì il “Time” anni fa.
E d’altra parte credo che non esista una definizione migliore per descrivere questa straordinaria attrice.
Anna Magnani, nata a Roma il 7 marzo 1908, è oggi universalmente riconosciuta come una delle maggiori interpreti femminili della storia.
E’ giustamente celebrata come icona e simbolo del cinema italiano e della romanità cinematografica del ventesimo secolo.
Fonda le sue radici d’attrice nel teatro, frequentando nel 1927 l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. In seguito, inizia a lavorare in teatro facendo parte di svariate compagnie.
Ed è così che incontra nel 1941 il grande Totò. Instaura con lui un proficuo rapporto di lavoro con una serie di fortunatissimi spettacoli, e anche una grande amicizia.
Contemporaneamente ai suoi lavori teatrali, Anna Magnani prova a cimentarsi nel cinema fin dal 1934, interpretando generalmente ruoli secondari.
La svolta arriva nel 1941, quando il regista Vittorio De Sica la vuole come interprete di un ruolo importante nel suo film “Teresa Venerdì” dando così prova di avere grandi doti d’interprete drammatica e di non essere solamente un’attrice di avanspettacolo.
Anna poi raggiunge la fama mondiale nel 1945 con la sua grande interpretazione nel film manifesto del Neorealismo, “Roma città aperta” di Roberto Rossellini.
E quindi Hollywood si accorge della Magnani.
L’attrice infatti qualche anno più tardi varca i confini italiani e lavora in diverse produzioni americane, tra cui “Pelle di serpente” e “La rosa tatuata“, film per cui vince l’Oscar come miglior attrice protagonista.
E non è certo un caso che la Magnani sia una delle poche celebrità italiane ad avere la sua stella nella prestigiosa Walk of fame di Hollywood.
La scelta dei ruoli da parte della Magnani rivela, se ce ne fosse mai stato bisogno, il grande temperamento focoso ma sensibile di un’interprete straordinaria, che rendeva unici i personaggi femminili da lei recitati.
Come è successo a Mariangela Melato, anche la divina Magnani se ne è andata nel 1973 a causa di un bruttissimo tumore al pancreas, assistita fino all’ultimo dalle amorevoli cure dell’unico figlio, Luca Magnani.
La Mangani ci ha lasciato in eredità le sue grandissime interpretazioni, ma ci ha anche insegnato come rapportarsi con intelligenza alla vita.
Non a caso, a proposito della bellezza e della vecchiaia, Anna Mangani disse “L’importante è non avere le grinze al cervello. Quelle in faccia prima o poi t’aspettano al varco“.
3. Titina De Filippo: la Poliedrica
Un’altra grande attrice italiana che ammiro è sicuramente Titina De Filippo, sorella maggiore di altri due grandi del teatro e del cinema italiani: Peppino e Eduardo De Filippo.
All’anagrafe Annunziata, è nata a Napoli nel 1898 da Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo. Figlia naturale del celebre Scarpetta, come i suoi due fratelli, ha preso il cognome della madre.
Essendo nata in una famiglia di attori, ha calcato le scene fin da piccolissima, interpretando ruoli da bambino o da bambina diretta da suo padre. Esperienza che ha contribuito a renderla una grandissima attrice, una volta adulta.
Per gran parte della sua vita e della sua carriera d’attrice ha avuto anche il difficile compito di far da ago di bilancia tra le due grandi personalità di Eduardo e Peppino, soprattutto nel periodo in cui i tre fratelli hanno lavorato nella loro Compagnia Teatrale “Teatro Umoristico I De Filippo”.
Proprio in quegli anni Titina, oltre a recitare ha trovato il modo di coltivare la scrittura, scrivendo diverse commedie. E più tardi ha sfruttato questa sua abilità anche in ambito cinematografico, scrivendo sceneggiature. Sembra poi, che nel tempo libero, trovasse piacere e conforto nella pittura.
Intorno ai primi anni degli anni quaranta, Eduardo e Peppino sono arrivati ad una rottura definitiva e Titina è stata costretta a scegliere tra i due fratelli. Ha quindi seguito, in campo teatrale, il fratello Eduardo recitando in alcune delle opere teatrali eduardiane più famose e celebri come “Napoli Milionaria“, “Filumena Marturano” (scritta da Eduardo appositamente per lei) e “Questi Fantasmi!“.
La sua carriera d’attrice teatrale stava quindi andando a gonfie vele, ma purtroppo i sempre più frequenti e gravi problemi cardiaci che l’affliggevano, l’hanno costretta a diminuire il ritmo delle sue messinscene.
E è così che Titina inizia a lavorare anche nel mondo del cinema, donandoci alcune delle sue interpretazioni più celebri al fianco del fratello Peppino e del mitico Principe della Risata.
Purtroppo la carriera attoriale di Titina si è interrotta precocemente per problemi di salute. La sua ultima apparizione cinematografica risale al 1959 nel film “Ferdinando I re di Napoli“, assieme ai due fratelli Eduardo e Peppino.
Titina si è quindi spenta a Roma nel 1963.
Quello che questa grande interprete ci insegna è che non ci si deve mai abbattere di fronte alle difficoltà. Titina, anche se era certamente meno avvenente di moltissime sue colleghe, è riuscita a farsi valere nel panorama teatrale e cinematografico italiano. Non solo come attrice, ma anche come sceneggiatrice e drammaturga. E quindi si merita tutta la nostra stima.
4. Sophia Loren: la Star Hollywoodiana.
E ovviamente non poteva mancare lei, l’attrice nostrana più famosa di Hollywood, Sophia Loren.
Nata a Roma il 20 settembre 1934 ma cresciuta a Pozzuoli, si impone nel fantastico mondo della Settima Arte fin da giovanissima.
Sophia Loren ha seguito la tradizionale gavetta di molte attrici. Dapprima ha partecipato a qualche concorso di bellezza e ha preso parte a dei fotoromanzi.
Grazie alla sua prorompente bellezza unita ad un talento innato per la recitazione, Sophia Loren viene notata nel 1952 sul set di “Africa sotto i mari” dal produttore cinematografico Carlo Ponti, suo futuro marito. Ponti le propone quindi un contratto di sette anni. E così da quel momento inizia la sua scalata verso il successo.
Dapprima Sophia Loren riesce ad ottenere solo piccoli ruoli perlopiù da popolana, ma la fama non tarda ad arrivare.
Grazie alla sua indiscutibile bravura riesce a lavorare con i migliori registi italiani e stranieri e ottiene svariati premi e riconoscimenti, come la Coppa Volpi per la sua interpretazione in “Orchidea nera” di Martin Ritt e il Premio Oscar per “La Ciociara” di Vittorio De Sica.
Nel corso della sua lunghissima carriera, Sophia Loren ha comunque dato prova di essere un’attrice assai versatile, che riesce a donare grandi interpretazioni tanto nel drammatico che in ruoli brillanti, come quello ottenuto in “Pane, amore e…” al fianco di Vittorio De Sica.
Importante poi, sotto il punto di vista artistico, il proficuo sodalizio con il grande Marcello Mastroianni. Ancora celebri e intramontabili sono infatti i film che li hanno visti protagonisti insieme come “Una giornata particolare” e “Ieri oggi e domani“.
Come dimenticare la dolcezza della scena della Rumba nel film di Ettore Scola o l’irresistibile scena dello Streaptease nel film di De Sica?
Spesso la bravura della Loren è stata messa in discussione e molti suoi contemporanei credevano che, una volta sfiorita la sua bellezza, sarebbe finita nel dimenticatoio.
Fortuna vuole che la nostra star di Hollywood non abbia mai dato troppo peso a queste insinuazioni. Si è sempre impegnata a fondo per dimostrare che oltre ad essere bella era ed è una grandissima interprete.
E ci ha insegnato che nell’abbagliante mondo del cinema, la Forza di volontà paga.
5. Franca Valeri: la Signorina Snob
Entra di diritto in questa classifica anche “la Signorina Snob” più famosa d’Italia, l’esplosiva Franca Valeri.
La Valeri, il cui nome vero è Franca Maria Norsa, è nata a Milano nel 1920, da una famiglia borghese.
Fin da giovanissima ha avuto un forte interesse nei confronti della recitazione, tanto che da adolescente assieme ad alcune amiche metteva in scena per amici e parenti alcuni piccoli spettacoli.
E è proprio in questo periodo che ha creato uno dei suoi personaggi più divertenti e riusciti: la “Signorina Snob“, una sagace e pungente satira della piccola borghesia italiana dell’epoca.
Franca Valeri è tutt’oggi, a 99 anni, una delle artiste italiane più longeve e importanti del teatro, del cinema e della televisione. Nel corso della sua lunghissima carriera si è anche occupata di regia operistica. E’ inoltre una delle maggiori caratteriste del panorama italiano.
La Valeri, infatti, deve molto del proprio successo, alla sua straordinaria capacità di creare ex novo personaggi teatrali fortemente caratterizzati e bizzarri. Personaggi che ha riutilizzato sia in tv che al cinema.
Sotto questo punto di vista le sue creazioni miglior sono, oltre alla già citata Signorina Snob, Cesira la Manicure e La Sora Cecioni (In questo link potrai vedere la Signorina Snob che si fa la Manicure proprio da Cesira).
Franca Valeri negli anni cinquanta esordisce al cinema diretta dal grande regista Federico Fellini nel film “Luci del Varietà”.
A questa pellicola seguiranno moltissime altre commedie, nelle quali riuscirà a tenere testa a due grandi mostri sacri della comicità italiana come Totò e Alberto Sordi: “Totò a colori“, “Il segno di venere“, “Il bigamo“, “Il vedovo“.
Negli anni sessanta si cimenterà invece soprattutto nel cinema popolare, riscuotendo sempre grande successo. Non ha mai avuto ruoli da protagonista, ma certamente questo non l’ha fermata. Nel corso della sua carriera, inoltre, si è cimentata anche nella scrittura, realizzando sceneggiature e lavorando sia nella tv che in teatro e alla radio.
La Valeri, con la sua luminosa carriera, ci insegna che per farsi valere nel mondo del cinema, oltre alla bravura e alla professionalità, può rivelarsi necessario avere estro ed essere creativi. Personalmente, mi accontenterei di avere un millesimo dell’inventiva di questa grandissima artista, e voi?
6. Claudia Cardinale: la Ragazza che non voleva fare l’attrice
Non poteva certo mancare Claudia Cardinale in questa mia personale classifica!
Nata a Tunisi nel 1938, è considerata una delle attrici italiane più brave e più belle nonché una delle poche, assieme a Sophia Loren e Anna Magnani, a raggiungere una notorietà internazionale.
Spesso la sua calda bellezza viene associata alla bellezza dirompente di Briget Bardot e per un periodo è stata conosciuta anche come La Briget Bardot mediterranea.
Un po’ come è successo a Sophia Loren, nessuno avrebbe detto che la Cardinale potesse avere una lunga e luminosa carriera d’attrice.
D’altra parte, la prima a non credere nelle sue capacità attoriali era proprio la stessa Claudia Cardinale.
Forse non tutti sanno che Claudia, fino ai sedici anni di età, praticamente non sapeva una parola di italiano. Le sue lingue madri erano l’arabo e il francese. E aveva imparato il siciliano dai suoi genitori.
Impara l’italiano una volta che avvia la sua carriera d’attrice, sebbene ancora senza troppa convinzione.
Poi il suo film d’esordio, la commedia “I soliti ignoti” di Mario Monicelli del 1958. Sebbene interpreti un ruolo secondario, la sua Carmela rimane nel cuore degli italiani, grazie alla sua bellezza e alla sua recitazione così genuina e naturale.
Da quel momento, grazie anche al contratto con la Vides, la carriera d’attrice della Cardinale decolla e tutti i più importanti e maggiori registi italiani se la contendono.
Nel 1963 Luchino Visconti e Federico Fellini se la litigano durante la preparazione dei loro film simbolo, “Il Gattopardo” e “8 e mezzo“. Pellicole a cui la Cardinale riesce a partecipare, con grande impegno e un calendario lavorativo serratissimo.
Lavora molto. Lavora sodo, iniziando finalmente ad apprezzare il lavoro d’attrice e ad immedesimarsi con passione alle vite delle tantissime donne che interpreta. Donne forti, che aspirano ad avere un rapporto alla pari con gli uomini.
E lavora con i migliori registi italiani e stranieri come Sergio Leone, Luigi Comencini, Damiano Damiani e Richard Brooks.
Negli ultimi anni si sta dedicando invece al teatro. Recentemente, ad esempio, è stata in tournée nella stagione teatrale 2017/2018 con “La strana coppia” al femminile, di Neil Simon.
Sicuramente, l’insegnamento più grande che Claudia Cardinale può darci è la semplicità e l’umiltà nell’approcciarsi alla recitazione e al mestiere d’attrice.
Doti davvero rare in un mondo blasonato come quello del cinema.
Del suo lavoro ha detto: “Io non mi sono mai considerata un’attrice. Sono solo una donna con una certa sensibilità: è con quella che ho sempre lavorato. Mi sono accostata ai personaggi con grande umiltà: cercando di viverli dal di dentro, usando me stessa, e senza far ricorso a nessun tipo di tecnica.”
7. Monica Vitti: la “Mattatrice”
Concludo la mia personale classifica con l’intramontabile e bravissima Monica Vitti, la “Mattatrice” e antidiva per eccellenza.
Monica Vitti, al secolo Maria Luisa Ceciarelli, è infatti una delle attrici italiane più celebri nel mondo.
Nel corso della sua lunghissima carriera è stata contesa non solo dai più grandi registi italiani, ma anche dai più importanti registi stranieri.
Nata nel 1931, è proprio durante i difficili anni della seconda guerra mondiale che scopre la sua grande passione per il teatro e la recitazione. Come ha raccontato lei stessa, giocava molto spesso con i fratelli ai burattini, per distrarli dall’orrore della guerra che era tutto intorno a loro.
Il suo primissimo debutto sulle assi del palcoscenico risale a quando a soli quattordici anni di età interpreta ne “La Nemica” di Niccodemi. La storia di una madre di quarantacinque anni che perde il figlio in guerra.
Già in questa sua prima performance era chiaro il suo grandissimo talento, per cui si è iscritta all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica nel 1953, allora diretta dal suo maestro Silvio D’Amico.
Da questo momento ha inizio la sua carriera, che la porta inizialmente a calcare le assi del palcoscenico interpretando con egual maestria sia ruoli drammatici che brillanti in Shakespeare e Molière.
Particolarmente significativa, in questi anni, è la collaborazione con il suo insegnante Sergio Tofano che gli consiglia di prendere uno pseudomino artistico per la sua carriera d’attrice. E arriva così la scelta di assumere metà cognome della madre a cui era molto legata e che aveva perso da giovane, Vittiglia, e di associarlo al nome Monica.
Esordisce al cinema nel 1959 con il film “Le dritte” e subito dopo instaura un sodalizio artistico davvero proficuo con il maestro Micheangelo Antonioni, a cui si lega anche sentimentalente per quattro anni.
Con Antonioni, grazie ai film “L’avventura” del 1960, “La notte” e “L’eclisse” del 1961 e “Deserto Rosso” del 1964 dà prova al pubblico cinematografico di allora di essere una talentuosa attrice drammatica.
Poi arriva la svolta e la consacrazione con il genere della commedia, che la rende davvero popolare e che mette in luce la sua spiccata verve comica e la sua potenza recitativa.
Monica non aveva niente da invidiare ai colleghi uomini, già consacrati al successo, come Alberto Sordi. Per questo motivo venne definita “Mattatrice“. Un soprannome che, a mio avviso, le calza a pennello.
Iconica rimane la sua interpretazione nel film di Mario Monicelli “La ragazza con la pistola“del 1969, che le apre le porte per collaborazioni con altri importantissimi artisti italiani dell’epoca.
Sebbene sia ormai diventata un’apprezzatissima star cinematografica, non abbandona mai il teatro e, in seconda battuta, non disdegna lavorare per la Tv o come doppiatrice.
Celebre è il suo doppiaggio nel film statunitense “Senti chi parla adesso!” del 1993.
Le ultime esibizioni e apparizioni risalgono ai primi anni Duemila, tuttavia i suoi film e le sue interpretazioni sono oggi apprezzate dagli amanti del cinema, di ogni età.
Monica Vitti, a proposito del suo mestiere ha detto: “Faccio l’attrice per non morire, e quando a 14 anni e mezzo avevo quasi deciso di smettere di vivere, ho capito che potevo farcela, a continuare, solo fingendo di essere un’altra, facendo ridere il più possibile.”
Questa frase ci insegna come il mestiere dell’attore sia qualcosa di estremamente intimo. E ci insegna che c’è una grandissima differenza tra il Fare l’Attore e Essere Attore.
Essere Attore è un bisogno personale. Questa è la condizione imprescindibile per poter avere successo.
Ed è un bisogno che, oltre far stare bene noi stessi, può riuscire a far stare bene anche gli altri.
E riuscire a far ridere gli altri è forse tra le cose più belle ed altruistiche che si possa fare!
A quale grande attrice italiana ti ispiri?
Queste sono le sette grandi attrici italiane a cui, secondo me, ogni attrice dovrebbe ispirarsi…
Chi preferite tra queste? Per voi, quali sono le grandi attrici italiane di sempre?
Scrivetemelo nei commenti e alla prossima! 😉