Fin dall’antichità, l’uomo ha sentito l’esigenza di utilizzare un mezzo d’espressione artistica come il teatro per veicolare messaggi e raccontare storie e leggende.
Il teatro è stato infatti, per tantissimi secoli, l’unico tramite col quale si intratteneva il pubblico, si faceva satira o al contrario propaganda politica.
Ma il modo di fare teatro sono cambiati nel corso dei secoli, così come è cambiato lo spettatore.
Con questo e altri articoli articoli andiamo a scoprire come è cambiato il pubblico teatrale. Saliremo sulla nostra speciale macchina del tempo e faremo un affascinante viaggio indietro nei secoli!
Iniziamo il nostro viaggio dal tempo e luogo in cui tutto è cominciato. Andiamo a sederci in mezzo agli spettatori di una grandiosa rappresentazione teatrale dell’antica Grecia.
Sei pronto? Si parte!
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Il teatro nell’Antica Grecia
Il nostro viaggio indietro nel tempo si basa sulle conoscenze degli archeologi, visto che un Doc Brown che abbia inventato una vera macchina del tempo non è ancora nato.
Ne consegue che, ad oggi, non abbiamo certezze assolute su come era il teatro nell’Antica Grecia.
Gli archeologi tuttavia hanno a disposizione diverse testimonianze per riuscire ad avere una visione più o meno verosimile di cosa significasse andare a teatro per i greci del V secolo a.C.
Grazie ai loro studi, hanno collegato tra loro testimonianze di natura differente: i testi teatrali a noi giunti, i resti dei teatri antichi e svariate testimonianze e reperti relativi in larghissima parte all’Atene del V secolo a.C.
Quando parliamo di teatro dell’Antica Grecia, parliamo soprattutto delle rappresentazioni teatrali ad Atene.
Grazie a questo lavoro investigativo, oggi possiamo affermare con notevole sicurezza che questi spettacoli si svolgevano in determinati periodi dell’anno, durante le festività religiose in onore delle diverse divinità.
Le più importanti erano le Dionisie, dedicate al dio Dioniso.
Per il tipico spettatore greco dell’antica Grecia, andare a teatro non era esattamente un passatempo come per noi oggi ma era qualcosa di più simile a un rito religioso. Si trattava di un evento di grandissima importanza, poiché la religione era uno dei fulcri su cui si reggeva l’intera comunità.
Era una società compatta, molto unita. Sebbene solo una piccola parte della comunità ateniese fosse formata da cittadini con pieni diritti, ogni membro si sentiva parte integrante della collettività.
Tutti partecipavano attivamente alle varie manifestazioni cittadine, tra cui le rappresentazioni teatrali.
Ne consegue che ogni spettacolo avveniva di fronte ad una platea gremita di spettatori. Un lusso che molti attori di oggi si sognano!
Il teatro nell’Antica Grecia aveva anche un valore politico, soprattutto per quanto riguarda le Dionisie.
Queste erano attivamente organizzate da larga parte dei cittadini. La società greca era perciò sia fruitrice che organizzatrice.
Come è facile intuire, l’organizzazione e realizzazione delle Dionisie richiedeva tempo e denaro. Accadeva spesso perciò che i cittadini più influenti e gli stessi politici partecipassero alle spese organizzative, per aumentare il proprio prestigio.
Finanziare uno spettacolo alle Dionisie era considerata una prestazione a favore dell’intera comunità e veniva vista di buon occhio dalla popolazione.
In 2500 anni le cose non sono poi molto cambiate in fondo no?
Le Dionisie
Le Dionisie, come detto, erano l’evento teatrale dell’anno nell’Antica Grecia.
Però non erano solamente questo. Erano anche e soprattutto una festività religiosa.
Dioniso era il dio più popolare della civiltà greca e le Dionisie richiamavano non solo tutta la comunità, ma anche molti forestieri.
La partecipazione emotiva, civica e politica era enorme e coinvolgeva chiunque, perfino schiavi e carcerati!
L’evento avveniva probabilmente agli inizi della primavera, tra Marzo e Aprile.
La scelta del periodo dell’anno non è casuale. Bisogna sempre tenere a mente, che questa era in larga parte una società basata sull’agricoltura. La primavera e soprattutto l’estate erano quindi dedicati al lavoro nei campi, ma anche ai commerci e ai viaggi. O alla guerra, in caso di conflitto.
In autunno era, invece, periodo di semina.
Durante i mesi invernali i greci quindi si dedicavano anima e corpo all’organizzazione di questo grande evento di inizio primavera.
Le cinque giornate delle Dionisie
Le Dionisie si svolgevano nel corso di circa cinque giornate.
Prima che iniziasse la festività, si annunciava il programma durante una cerimonia detta “Proagon”. In questa occasione si presentavano alla comunità i drammaturghi in gara e gli interpreti. Probabilmente venivano anche spiegate le trame delle opere teatrali da mettere in scena.
Un’altra importante fase preliminare era assicurare la presenza del dio Dioniso. Per farlo era quindi necessario trasportare la statua del dio Dioniso nel tempio, dentro il recinto del teatro. Solo dopo avevano ufficialmente inizio le Dionisie.
Il primo giorno si apriva con un’imponente cerimonia d’apertura.
Cortei e danze invadevano ogni via di Atene. Tutta la città era in festa e la partecipazione era totale. Perfino gli arrestati potevano assistere alla cerimonia, poiché era possibile la loro liberazione su cauzione.
Il tutto si svolgeva la mattina e si concludeva col sacrificio di un toro e offerte al dio.
Nel pomeriggio avvenivano invece gli “Agoni ditirambici”, cioè una sorta di gara canora tra più cori, maschili e femminili.
Il secondo giorno, ci si spostava in teatro per la rappresentazione di cinque commedie. Ma con il passare del tempo, a causa anche della costosa guerra del Peloponneso, il numero delle commedie fu ridotto a tre.
Dal terzo giorno si entrava nel vivo della festività! Avevano finalmente inizio gli “Agoni tragici”. Ogni giorno, per tre giorni, veniva messa in scena una trilogia di tragedie.
A sottolineare la natura religiosa, l’inizio della rappresentazione della tetralogia era all’insegna di cerimonie propiziatorie per purificare il teatro, con sacrifici e donazioni a Dioniso.
La premiazione
Al termine dell’ultima rappresentazione, avveniva la premiazione.
Ciascuna delle dieci tribù in cui era suddivisa l’intera Attica selezionava il proprio giudice tra i suoi cittadini.
Ciascuno dei dieci giudici scriveva la propria preferenza su una tavoletta. In seguito ne venivano estratte a sorte cinque e dalla consultazione di queste si decretava il drammaturgo vincitore.
Probabilmente in seguito avvenivano celebrazioni in onore del vincitore e si faceva festa fino a notte fonda, sebbene non ci siano giunte testimonianze in merito.
Sulla Pagina Wikipedia dedicata alle Dionisie, vengono riportati i vincitori anno per anno.
Eschilo la fa da padrone con ben 5 vittorie!
Il pubblico del Teatro nell’Antica Grecia
Come già accennato, il pubblico delle Dionisie assisteva con partecipazione e trepidazione agli spettacoli.
Il motivo di questo grande entusiasmo va ricercato sul fattore unicità delle Dionisie stesse.
Gli spettacoli messi in scena in questa festività erano sempre inediti, mai visti o recitati da qualcuno prima di quel momento.
Ogni spettatore quindi, mentre era seduto in platea, sapeva per certo di assistere a un evento esclusivo e irripetibile.
Gli spettacoli delle Dionisie, infatti, venivano messi in scena una sola volta. Non esistevano repliche e nemmeno era contemplata la possibilità di far delle tournée.
Non esisteva proprio il concetto di tournée, per questo tipo di messinscene.
Data l’eccezionalità dell’evento in questione, gli organizzatori si preparavano ogni volta a ricevere una grande quantità di spettatori. D’altronde, gli stessi teatri erano in grado di ospitare un ampio pubblico, essendo forniti di una platea piuttosto grande. Inoltre, non di rado l’auditorium veniva ampliato e spesso capitavano lotte e litigi per accaparrarsi i posti migliori.
Come forse avrai intuito, lo spettatore ateniese andava a teatro di giorno. Le trilogie di tragedie in gara si svolgevano infatti nell’arco di un’intera giornata, visto che all’epoca i teatri non erano muniti di efficienti sistemi di illuminazione come oggi.
Chi erano gli spettatori del Teatro nell’Antica Grecia?
La composizione di questa enorme platea rispecchiava la diversità della società greca.
Innanzitutto, nei posti d’onore in prima fila, sedevano personalità cittadine che testimoniavano il prestigio delle Dionisie stesse.
Vi prendevano quindi posto il sacerdote, l’arconte (l’organizzatore della manifestazione), i politici, i cittadini più influenti, i figli di uomini caduti in battaglia e eventuali ambasciatori di altri stati greci.
È certo che i posti d’onore venivano assegnati in omaggio, data l’importanza di chi vi sedeva. Per ottenere un posto in platea, probabilmente i greci dovevano pagare un biglietto, come dimostrano dei piccoli dischi di piombo che probabilmente servivano proprio a questo scopo. Sembra che il prezzo del biglietto fosse lo stesso per qualsiasi ordine di posto: due oboli per l’intera giornata. Tuttavia, con Pericle, era la tesoreria dello stato che pagava i biglietti di teatro ai cittadini.
Sempre stando alle testimonianze, pare che l’auditorium del teatro fosse suddiviso in settori specifici, a cui potevano accedere solo determinate persone. Ad esempio, ogni tribù dell’attica aveva il proprio settore. Anche i ragazzi sottoposti all’addestramento militare avevano i loro posti riservati, visto che il teatro era parte integrante dell’educazione del cittadino. Come detto, le Dionisie richiamavano grande pubblico, anche al di fuori di Atene. Pare, quindi, che gli spettatori forestieri prendessero posto ai lati dell’auditorium.
E le donne e i bambini?
Gli storici e gli archeologi hanno dibattuto a lungo circa la presenza di donne e bambini in teatro.
Certo, è molto probabile che moltissimi spettatori fossero uomini, se ci atteniamo a quel che ci dicono i testi delle commedie. Tuttavia sono giunte fino a noi testimonianze che certificano la presenza di donne tra il pubblico nell’ultima parte del V secolo a.C. E probabilmente anche in passato le donne potevano assistere agli spettacoli.
Quel che invece sembra essere assolutamente certo è che tra gli spettatori erano ammessi anche gli schiavi, sempre a seguito dei loro padroni. E anche questo, testimonia come l’evento delle Dionisie fosse di grandissima importanza.
Come si comportavano gli spettatori durante gli spettacoli?
Rispondere a questa domanda potrebbe non essere facile. Circa il Teatro nell’antica Grecia e soprattutto circa il suo pubblico, le notizie arrivate a noi sono pochissime e frammentarie.
Possiamo ipotizzare che, essendo un pubblico davvero numeroso, è probabile che fosse un pubblico anche un po’ rumoroso.
Inoltre, il fatto che le messinscene avvenissero di giorno significa che la platea fosse illuminata dalla luce del sole.
E se pensi che, attualmente, esistono tanti spettatori chiacchieroni nonostante il buio in platea, è facile immaginare che anche gli antichi spettatori greci si scambiassero opinioni, durante lo spettacolo.
Infine, durante le Dionisie si stava a teatro tutto il giorno. È davvero molto probabile che gli spettatori mangiassero e bevessero durante le rappresentazioni. E infatti ci sono testimonianze che ci informano della presenza, durante gli spettacoli, di venditori ambulanti di cibo e bevande tra gli spettatori greci. Pratica che ad oggi è vietata in moltissimi teatri!
Ma per riuscire a immaginare come erano gli spettatori di allora, bisogna soffermarsi sulle rappresentazioni teatrali di allora. Si tratta di messinscene molto spettacolari, con scene di danza e di canti portate avanti dai cori e qualche volta dagli stessi attori.
Gli attori dell’antica Grecia, un po’ come gli interpreti delle antiche tradizioni orientali, indossavano abiti e maschere di scena molto vistosi, per essere visti e sentiti dagli spettatori, molto distanti dalla scena in cui si esibivano.
Probabilmente, per avere un’idea di come erano questi spettacoli, bisogna accostarli ai moderni musical, con la presenza in scena di musica, danze e canti.
Ma per avere un’idea di come fosse il pubblico del Teatro nell’Antica Grecia, possiamo accostarlo forse a quello odierno degli stadi durante una partita. Tuttavia è plausibile supporre anche che, data l’importanza civica, religiosa e politica che tali manifestazioni assumevano, gli spettatori greci fossero comunque molto concentrati. E quasi sicuramente più disciplinati dei moderni tifosi degli stadi.
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Abbiamo concluso la prima tappa del nostro viaggio indietro nel tempo e possiamo riposarci un po’ fino al prossimo articolo… Andremo alla riscoperta del teatro ai tempi dei Romani!
A presto!