In questo volume sono raccolti gli atti unici, i dialoghi e le scene che l’autore e attore bavarese Karl Valentin ha messo in scena nella Germania dei primi decenni del Novecento. Si tratta di un cabaret innovativo, ancora oggi divertente e gradevole, la cui comicità si basa su un linguaggio surreale che svela l’assurdità dell’esistenza.
Di cosa parla “Tingeltangel”?
Questa non è una semplice raccolta dei pezzi teatrali che Karl Valentin ha scritto e messo in scena, ma è anche un modo per consocere più da vicino un autore che è stato apprezzato da alcuni grandi intellettuali tedeschi, come Brecht e Herman Hesse. Un autore che è considerato da tantissimi studiosi una sorta di precursore del “Teatro dell’assurdo” grazie alle vicende senza senso e ripetitive che vivono i personaggi delle sue creazioni teatrali.
Attraverso un’interessante introduzione della professoressa Maria Fazio, puoi venire a conoscenza della vita di Karl Valentin. Capire come si sia avvicinato al teatro e seguire passo dopo passo la carriera dell’autore e attore bavarese, dai suoi esordi fino all’approdo al cinema, dove è stato protagonista di oltre cinquanta film.
Chi era Karl Valentin?
Karl Valentin (pseudonimo di Valentin Ludwig Fey) nacque a Monaco di Baviera nel giugno del 1882. Come capita a molti artisti, la famiglia non vedeva di buon occhio la sua attrazione per il mondo dello spettacolo, e perciò tentò di indirizzarlo nella ditta di spedizioni del padre.
Ma Valentin si mise a scrivere sketch di suo pugno e provò a metterli in scena in uno dei tanti locali fumosi della periferia di Monaco di Baviera.
La sua comicità stravagante e inusuale trovò subito grande successo e nel 1908 venne scritturato dal padrone della Singspielhalle del Frankfurter Hof e cambiò il nome in Karl Valentin.
Con l’avvento del Terzo Reich la sua produzione teatrale diventò pessimistica, forse sollecitata anche dal fatto che nel 1941 il regime nazista vietò a Valentin di fare cinema.
Karl Valentin perciò si chiuse sempre più in se stesso, continuando comunque a scrivere per il teatro ma senza più apparire sul palcoscenico.
Dopo la guerra, incise dialoghi e monologhi per la Bayerische Rundfunk. Ma ormai era sfiorita l’esuberanza un po’ scanzonata che tanto faceva ridere i tedeschi di qualche decennio prima.
Cosa ho imparato da questo libro?
L’acquisto di “Tingeltangel” è stato uno dei tipici acquisti di impulso che può capitare di fare. Mi ha attirato la sua copertina rossa, quel suo titolo misterioso e un po’ strano per me che non conosco il tedesco. Parola che, per inciso, indica i locali fumosi e infimi che si possono trovare in qualsiasi grande città nel mondo. Ad ogni modo, il nome di Karl Valentin è per me una garanzia avendo conosciuto e amato alcuni suoi monologhi teatrali durante i miei anni di formazione teatrale, per cui mi è venuto naturale comprare questa raccolta.
Tingeltangel si è poi rivelato particolarmente interessante, perché non solo ho avuto modo di leggere e conoscere monologhi e scketch di Valentin che ancora non conoscevo, ma perché ho potuto anche apprendere la storia dell’autore bavarese, che mi ha fatto apprezzare ancora di più la sua divertente produzione teatrale.
Perché consiglio di leggere “Tingeltangel”?
Se come me hai conosciuto e apprezzato qualche scketch di questo artista, allora “Tingeltangel” fa al caso tuo.
Inoltre questo volume potrà tornarti particolarmente utile se sei un attore o un regista e ti piace la comicità surreale, giocata sul linguaggio nosense. Con “Tingeltangel” avrai a disposizione un sacco di pezzi teatrali adatti sia per uomini che per donne da mettere in scena. E ti assicuro che, alla fine, avrai solo l’imbarazzo della scelta.
La tua opinione
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Quello che tu pensi di questo libro potrebbe tornare molto utile a chi deve ancora decidere se acquistarlo o meno.
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