Dopo aver conosciuto lo strambo protagonista del monologo “Teatro dell’obbligo” di Karl Valentin, cambiamo genere e conosciamo più da vicino un personaggio davvero profondo: Amanda Wingfield di “Lo Zoo di Vetro” di Tenneesee Williams. (Qui puoi acquistare il libro).
Ad interpretare per noi il monologo di Amanda è la nostra amica Silvia Peluso. Se vuoi vedere la sua interpretazione, visita il canale youtube ufficiale di Teatro per Tutti.
Se hai voglia di sfidare Silvia, visita la nostra pagina web “Monologhi” per capire come fare e poi entra a far parte del nostro gruppo facebook “Monologo del Mese”.
Perché Amanda?
La scelta è caduta sul personaggio di Amanda de “Lo Zoo di Vetro” perché è un personaggio davvero moderno, quasi contemporaneo, sebbene Tennesse Williams abbia scritto questo dramma negli anni quaranta.
Amanda Wingfield è una donna energica ed esuberante, dall’enorme vitalità. Ma tutto quel suo ottimismo, quella sua gran voglia di vivere e di ridere, nascondono un animo ferito. Dietro a tutti quei sorrisi c’è una donna inquieta, piena di rimpianti.
E, a mio avviso, questo suo ostentare una felicità che non c’è è qualcosa di terribilmente attuale, esasperato negli ultimi anni dai social… Se Amanda Wingfield vivesse nei nostri giorni, sono sicura che la sua bacheca Instagram sarebbe piena zeppa di foto in cui è sorridente, bella e in forma.
Chi è Amanda?
Per rispondere a questa domanda è bene parlare della trama di questo bel dramma teatrale che Tennesse Williams ha composto nel 1944.
“Lo Zoo di vetro” racconta la storia della famiglia Wingfield dal punto di vista di Tom, il vero protagonista della vicenda e contemporaneamente suo narratore.
Tom Wingfield ci dice subito, in un lungo monologo diretto al pubblico, che quello che vedremo in scena è frutto dei suoi ricordi, motivo per cui tutti i personaggi sono piuttosto onirici e a tratti un po’ irreali o esasperati.
La Trama de “Lo Zoo di Vetro”, di Tennessee Williams
Siamo sul finire degli anni trenta e la famiglia Wingfield è stata abbandonata dal capofamiglia.
La nostra Amanda ha perciò cresciuto da sola i suoi due figli, Tom e Laura. È una madre affettuosa ma allo stesso tempo, esasperante.
Vorrebbe il meglio per i suoi due ragazzi, ma non si rende conto che le sue aspirazioni non coincidono con i desideri dei figli. E, sebbene senza volerlo, a volte risulta essere sgradevole e quasi crudele con Laura e, soprattutto, con Tom.
Quest’ultimo è un ragazzo che vorrebbe fare il poeta e vivere di avventure, ma le ristrezze economiche della famiglia lo costringono a lavorare come magazziniere. Conduce così una vita che non lo soddisfa per niente e che reprime le sue aspirazioni letterarie.
Inoltre Tom si sente oppresso da una madre non facile, che sembra non fare altro che criticarlo e da una situazione familiare non idilliaca, a causa di sua sorella Laura.
Laura Wingfield è infatti una ragazza fragile, molto dolce ma decisamente chiusa in se stessa. Leggermente zoppa a causa di una malattia, la giovane cresce estremamente timida e impaurita dal contatto con gli altri. È una bella ragazza, ma non essendone consapevole, non sa valorizzarsi.
Passa la maggior parte del suo tempo ad ascoltare vecchi dischi e a prendersi maniacalmente cura del suo piccolo e luccicante zoo di vetro, l’unica cosa di cui sembra importarle.
Amanda, sapendo che Laura è troppo timida e chiusa in se stessa per trovarsi un lavoro, è ossessionata dall’idea di trovarle un marito che si prenda cura di lei.
Per raggiungere il suo scopo, chiede ossessivamente aiuto a Tom, pregandolo di invitare a cena a casa loro un suo amico che possa essere interessato a sua sorella.
Ed è in questo modo che entra in scena Jim, un ragazzo di cui Laura era innamorata ai tempi del liceo… Ma non tutto va secondo i piani di Amanda e le cose precipitano, tanto che Tom deciderà di abbandonare la famiglia, come fece suo padre prima di lui.
Lo Zoo di Vetro: un “Dramma di memoria”
È proprio così che Tennessee Williams definisce “Lo zoo di vetro”.
E in effetti, quello a cui noi lettori o spettatori assistiamo è un enorme flashback del protagonista. Quello che avviene davanti a noi è perciò un dramma del passato, che è già finito ma che rivive ostinatamente nei ricordi di Tom. E che ancora lo fa soffrire terribilmente.
Essendo un ricordo, i vari personaggi hanno caratteristiche e tratti ingigantiti dal ricordo stesso che Tom ha di sua mamma, di sua sorella e dell’amico Jim.
Non per questo, tuttavia, risultano essere meno coinvolgenti… tutt’altro.
la straordinaria bravura di Tennessee Williams fa in modo che i ricordi di qualcun altro diventino a noi familiari. E così succede che alla fine ognuno di noi può, in qualche misura, rispecchiarsi in uno o più personaggi.
“Lo zoo di vetro” è infatti un testo teatrale altamente autobiografico e Tennessee Williams ci ha messo dentro tutto il suo cuore e il suo animo.
Laura è l’immagine idealizzata di sua sorella Rose, così come Tom rispecchia il Tennessee Williams giovane, con il suo rapporto conflittuale con la madre.
Ogni personaggio, ad esclusione di Laura, è un po’ egoista o si comporta, suo malgrado, con meschinità nei confronti dell’altro.
Lo è Tom che non riesce a rassegnarsi ad una vita di rinunce e di lavoro per il bene di sua madre e sua sorella.
E lo è, a maggior ragione, la stessa Amanda. La nostra è una donna che ancora rimpiange di essersi innamorata di un uomo he l’ha abbandonata.
Amanda, infatti, cerca eternamente rifugio in un passato radioso, quando era una giovane e bella ragazza degli Stati del Sud, molto amata e desiderata da tutti.
Un passato dorato, che non può più tornare e che desidera rivivere attraverso la sua Laura. È anche per questo motivo che la vorrebbe un po’ più simile a lei, che vorrebbe in qualche misura alterare la natura della figlia. Ed è anche per questo che le cerca così ostinatamente marito.
Ma la sua è una lotta dalla vincita impossibile, perché i figli non possono essere il riscatto della propria vita e Amanda se ne accorgerà presto.
Come detto, invece Laura è l’unico personaggio interamente positivo de “Lo zoo di vetro”.
Certo, la sua è una timidezza invalidante, ma proprio grazie a questa è riuscita a mantenere intatta la sua purezza. Lei è l’unica a non essere meschina con il prossimo, l’unica a non avere ombre. Lei irradia luce, come i suoi animaletti di vetro, e come questi ultimi è tanto bella quanto fragile.
Il Monologo di Amanda
Il monologo che proponiamo per la nostra rubrica “Monologo del mese” è quello in cui Amanda rimprovera Laura, avendo scoperto che da settimane ha abbandonato il corso di dattilografia.
È una circostanza cruciale della vicenda dello Zoo di Vetro e un momento molto importante per Amanda stessa.
La nostra infatti capisce davvero in quell’istante che sua figlia non potrà mai cavarsela da sola. Amanda sa ormai per certo che Laura, a causa della sua timidezza patologica, non sarà mai in grado di lavorare. Èd è per questo motivo che, successivamente, si metterà in testa di trovare marito alla sua bambina.
Sarà infatti questa sua decisione a forzare gli eventi e a far sì che alla fine Tom decida di andarsene via, abbandonando madre e sorella al loro destino.
E è così che Tennessee Williams riesce a far assumere ad un semplice e banale rimprovero un significato decisamente più profondo.
Il testo del Monologo di Amanda,
da “Lo Zoo di vetro”, di Tennessee Williams
Come sai, oggi dovrei assumere la mia nuova carica nella società… ma invece mi sono fermata alla scuola Rubican per parlare con i tuoi insegnanti e scusarti per il raffreddore… e frattanto, desideravo informarmi sull’andamento dei tuoi studi…
Sono stata dall’insegnante di dattilografia e le ho detto che ero tua madre. Non ti conosceva. “Wingfield” ha ripetuto “non abbiamo mai avuto una studentessa con questo nome!”. Le assicurai che non era possibile, che tu eri stata presente alle sue lezioni fin dai primi giorni di gennaio. “Forse” ha detto lei “…lei parla di quella ragazzina tanto timida che lasciò il corso dopo pochi giorni…” . “No” le ho detto io “Laura è mia figlia e ha frequentato la scuola ogni giorno, durante le ultime sei settimane!” Allora l’insegnante ha preso il registro delle presenze e mi ha fatto vedere il tuo nome, stampato, con tutte le assenze annotate, fino al giorno in cui la direzione fu costretta a concludere che tu avevi decisamente rinunciato a frequentare le sue lezioni…
Io, naturalmente, ho continuato ad insistere: “No, ci deve essere uno sbaglio” E quella mi dice, tranquillamente: “No, me la ricordo benissimo, le mani le tremavano tanto che incespicava sui tasti… il primo esame di velocità fu un fiasco… Mi ricordo che la ragazza diede di stomaco e ci toccò accompagnarla fuori! E da allora non si è fatta più vedere”. Questo accadde, suppongo, quando lavoravo da Pamous e Barr nel reparto calze…
Oh mio Dio! Mi sono sentita così debole che stentavo a reggermi sulle gambe! Cinquanta dollari di tasse, e poi tutti i nostri piani, le mie speranze, le ambizioni che nutrivo per te… Tutto a monte in un minuto!
E tu, come lo faresti?
Se hai voglia di interpretare anche tu l’esuberante ma infelice Amanda Wingfield, creata da Tennessee Williams, allora prendi coraggio e buttati!
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Se ritieni possa esserti utile, abbiamo scritto e pubblicato un Manuale di Dizione, con cui puoi esercitarti, se pensi di avere un forte accento. Nel nostro gruppo, infatti, potrai essere visto da attori provenienti da tutta Italia e una buona dizione, anche se non obbligatoria, è comunque ben accettata.
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E infine non preoccuparti se pensi di non avere il “physique du rôle” o l’età giusta per recitare il personaggio di Amanda a noi va benissimo lo stesso.
Vogliamo solo vedere come interpreteresti tu questo monologo e confrontarci!
Aiutaci a rendere virale il teatro!