Dopo la pausa estiva, eccoci tornati a parlare di storia del costume.
Come potete vedere negli articoli precedenti del Tutorial di Costume Teatrale, dopo aver affrontato i vari stili e le diverse mode che si sono susseguite nei decenni del ventesimo secolo, ci dedichiamo al costume nel corso dei secoli.
L’obiettivo ĆØ darvi una mano nel capire come le persone si vestivano nelle epoche passate, per poter vestire nel modo migliore i vostri attori in scena!
Siete pronti? Stiamo per fare un lungo viaggio indietro nel tempo, per capire come si vestivano gli uomini e le donne dell’epoca di antichi dramamturghi, come Euripide e Seneca.
Per parlare nel dettaglio dei cambiamenti del costume nellāantica Grecia, cosƬ come nellāantica Roma, sicuramente non ci basta questo articolo… Ci vorrebbero dei capitoli dedicati, ma purtroppo dobbiamo sintetizzare.
Essendo poi Teatro per Tutti, un blog dedicato al teatro, ci concentreremo soprattutto sul periodo dei più famosi testi teatrali di entrambe le antiche culture, in modo tale che possiate creare i costumi teatrali più adatti.
LA GRECIA ANTICA
L’abbigliamento degli antichi greci ci ĆØ stato tramandato attraverso le fonti iconografiche (principalmente statue, statuette e vasi) e tramite le descrizioni che troviamo nei miti.
Ć ben noto che, in etĆ molto antica, i miti venissero tramandati per via orale. Solo più tardi i poeti li hanno messi su ācartaā: Omero, Esiodo, Eschilo, Sofocle ed Euripide, per citarne solo alcuni.
Nel mito, al costume ĆØ data unāimportante rilevanza nel rappresentare univocamente un personaggio. L’obiettivo era semplice: lo spettatore o il lettore doveva riconoscere fin da subito il personaggio in questione.
Ad esempio, gli dei, eroi, antagonisti o popoli diversi da quello greco, venivano sempre rappresentati attraverso un tipo di costume ben definito, che non lasciava alcun dubbio.
Ad esempio Eracle, veniva sempre rappresentato attraverso una pelle di leone, indossata sulla testa e sulle spalle.
Perseo, invece, aveva come segno distintivo i calzari alati regalatigli dal dio Ermes.
A parte queste constatazioni, quello che dobbiamo sapere sullāabbigliamento tipico della Grecia antica, ĆØ che si tratta per la maggior parte di indumenti molto semplici. Un rettangolo di stoffa , nella maggior parte dei casi non cucito, ma drappeggiato intorno al corpo, in maniera molto simile sia per gli uomini che per le donne.
I TESSUTI
Gli antichi greci privilegiavano la lana come materiale di tessitura. Il popolo ellenico infatti praticava, fin dai tempi più arcaici, lāallevamento del bestiame da lana: pecore e capre, mentre materiali come il lino e il cotone, venivano importati dallāEgitto e dalla Persia.
Questi materiali venivano poi tessuti tra le mura di casa: filatura e tessitura erano compito femminile.Ā E la donna greca, che viveva la maggior parte della sua vita tra le mura di casa, provvedeva da sola, o con lāaiuto di ancelle o schiave, a tutti i compiti domestici.
Nel periodo più antico, le decorazioni delle stoffe erano influenzate da quelle orientali, con decori che potevano essere ottenuti tramite la tessitura o il ricamo (ad esempio i motivi geometrici, oggi detti āle grecheā, o a rosette).
ABBIGLIAMENTO MASCHILE
Il tipico abito maschile greco era il chitone. Questo ĆØ un termine di origine aramaica che sta ad indicare un tessuto di lino.
Più tardi con la parola chitone si finì genericamente, per indicare, genericamente, una tunica lunga fino ai piedi, cucita su un lato e fermata sulle spalle dalle fibule (delle spille) o da cuciture.
Il chitone a seconda della lunghezza, denotava la classe sociale di chi lo indossava. Lungo fino ai piedi per le classi più alte, più corto, allāaltezza delle ginocchia per coloro, di classe inferiore, impegnati nelle attivitĆ agricole o nella caccia.
Veniva fermato alla vita tramite una cintura o un nastro, in modo da formare unāampia svasatura in corrispondenza delle maniche.
Altra componente importante del costume maschile, ma non sempre usata, era lāhimation. Si trattava di un mantello indossato sopra al chitone, fermato su una spalla e fatto cadere sullāaltro fianco. I modi in cui lāhimation poteva essere drappeggiato erano innumerevoli e di solito indicativi della classe sociale di appartenenza o della professione.
Altri tipi di mantelli esistenti erano il tribonio e la clamide.
Il tribonio, di provenienza spartana, era un mantello di lana più ruvida e grezza, che lasciava scoperte le gambe e di solito adottato dai filosofi
La clamide era, invece, una mantello di lana infeltrita (feltro), solitamente di utilizzo militare, ma spesso veniva usato dai ragazzi greci come simbolo di passaggio nell’etĆ adulta. Veniva fissato sulle spalle o sul dorso da una fibula.
ABBIGLIAMENTO FEMMINILE
Il costume femminile, nellāantica Grecia, non differisce molto da quello maschile, se non per dei particolari dati principalmente dalla sessualitĆ e dalla sensualitĆ .
Il chitone, per esempio, era lo stesso di quello maschile: una tunica lunga fino ai piedi, fermata sulle spalle dalle fibule o dalle cuciture. Ciò che lo distingueva da quello maschile, era la presenza di uno spacco laterale, con strascico posteriore.
La tunica femminile spesso presentava un diploide: il tessuto, nella parte alta, veniva ripiegato su se stesso e fermato sulle spalle tramite delle fibule. Il diploide, inoltre, era usato anche per coprire la testa, tirando su la parte posteriore in modo da formare una sorta di velo.
Un particolare che spesso si nota nelle varie fonti iconografiche dellāantica Grecia, soprattutto per quanto riguarda le figure femminili, ĆØ la sottile pieghettatura dei tessuti, quasi fossero plissettati.
Questo effetto era ottenuto con due rudimentali procedimenti: la āpieghettatura con lāunghiaā e la torsione ad āSā.
In entrambi i casi si procedeva quando il tessuto era bagnato: nella torsione ad āSā il tessuto veniva arrotolato su se stesso, annodato ed, infine, fatto asciugare. Naturalmente entrambi i procedimenti erano possibili solo con le vesti di lino , vista la leggerezza e la sua naturale tendenza a stropicciarsi.
I COLORI
Principalmente nel costume greco il bianco naturale dei tessuti era il colore prediletto, con diverse sfumatura a seconda che si trattasse di lino, lana o cotone.
Tra le colorazioni più diffuse troviamo il giallo, il celeste e il vinaccia: tutti e tre derivati da prodotti naturali.
Poco diffusa era la colorazione porpora, proprio per lāelevato costo che comportava, ed utilizzato principalmente dalle etĆØre (antiche cortigiane) e dai ballerini.
ANTICA ROMA
In generale, nellāantica Roma lāabbigliamento veniva distinto tra indumenta e amictus.
Gli indumenta venivano portati di giorno e di notte (di solito si tratta principalmente di quello che oggi chiameremo biancheria intima), mentre gli amictus venivano portati solo di giorno (o comunque in esterno).
I TESSUTI
Tra i tessuti più utilizzati troviamo la lana e il lino. Ma durante lāetĆ imperiale i più ricchi cominciarono ad acquistare tessuti costosissimi come il cotone e la seta, provenienti dalla Cina e dallāIndia.
Nelle regioni più fredde, invece, si utilizzavano anche pellicce e indumenti in feltro che potessero riscaldare maggiormente, così come i guanti.
ABBIGLIAMENTO MASCHILE
Tra gli indumenta maschili troviamo il subligaculum o licium, un perizoma che veniva annodato intorno alla vita.
Per quanto riguarda la tunica, ne esistevano due tipi: una appartenente alla categoria degli indumenta, e unāaltra, invece, della categoria degli amictus. Per cui se ne indossavano due, una intima chiamata subucula, con sopra unāaltra chiamata tunica exterior.
A differenza del chitone greco, che era senza maniche o comunque queste erano ottenute tramite lāapplicazione di fibule, la tunica romana aveva maniche corte che coprivano lāavanbraccio. Solo nella tarda antichitĆ queste diventarono lunghe fino al polso (trasformandosi, quindi, mano a mano in quella che sarĆ la tunica altomedievale).
La toga, invece, era un lungo mantello, che si faceva ricadere sul braccio sinistro, il cui uso era esclusivamente riservato ai cittadini romani maschi. Infatti era assolutamente vietato agli schiavi e agli stranieri di indossarla. Inoltre, chi era condannato allāesilio perdeva il diritto di indossarla (il cosƬ detto ius togae).
Si trattava principalmente di un abito formale, soprattutto nella versione completamente bianca (il colore più candido era ottenuto tramite particolari tecniche sopravvissute fino allā āinvenzioneā della chimica moderna)
Nella versione con bordatura di color porpora (detta toga praetexta) indicava, invece, vari tipi di personaggi: i ragazzi non ancora passati allāetĆ adulta (fino ai 15-17 anni), funzionari e sacerdoti.
Per le occasioni di lutto la si indossava di colore nero o grigio.
Ma ben presto i romani, nonostante continuassero ad utilizzarla nelle occasioni e cerimonie pubbliche, preferirono alla toga lāutilizzo del pallium. Era un mantello molto simile allāhimation greco, e quindi molto più pratico e facile da drappeggiare.
ABBIGLIAMENTO FEMMINILE
Per quanto riguarda gli indumenta, le donne romane indossavano sia il perizoma che una fascia per il seno chiamata strophium o mamillare.
Oltre a questi, le antiche donne romane indossavano anche una o più tuniche dette subuculae. Erano generalmente prive di maniche, e di lana o lino, a seconda delle stagioni.
Tra gli amictus femminili troviamo il sùpparum e la stola. I
l sùpparum era una tunica femminile di lunghezze diverse, che però non arrivava mai fino ai piedi, in modo da lasciar vedere una parte della subucula.
Si trattava di un tipo di tunica molto simile al chitone greco. I fianchi della tunica erano sempre cuciti ed era fermata sulle spalle mediante fibule o cammei, formando cosƬ maniche di varia lunghezza e ampiezza.
Sopra questa tunica si indossava la stola, una specie di mantello.Ā in alcuni casi anche la stola poteva avere le maniche. Questa sorta di mantello veniva fermato in vita da una cintura, alla quale a volte se ne aggiungeva una seconda allāaltezza dei fianchi, in modo da formare un ulteriore sbuffo di stoffa drappeggiato.
Tra gli altri tipi di mantelli femminili, troviamo la palla. Era l’ equivalente del pallium maschile, da cui differiva principalmente per lāampia gamma di colori utilizzati e per il fatto che molto spesso le donne la indossassero fermandone una parte sulla testa tramite pettini, spille o fibule.
Per le ragazze nubili, lāabbigliamento era un poā diverso. Le giovani dovevano indossare una semplice tunica bianca senza maniche e aderente alla vita, mentre sul capo dovevano avere un velo di colore giallo fiamma.
Le matrone romane, inoltre, per distinguersi dalle altre donne, indossavano vari accessori. I principali erano un fazzoletto legato al braccio, che serviva per asciugarsi il viso dal sudore e dalla polvere, un ventaglio per rinfrescarsi nei mesi più caldi, e un ombrello per ripararsi dal sole.
Naturalmente a seconda della classe sociale, le donne romane completavano lāabbigliamento con numerosi gioielli: anelli, orecchini, collane, bracciali e cammei.
RIFERIMENTI UTILI PER UN COSTUME TEATRALE DEL MONDO ANTICO
Oltre alle indicazioni che trovi in questo articolo sull’abbigliamento degli antichi greci e romani, puoi visitare la nostra bacheca di Pinterest dedicata alla storia della moda e del costume.Ā Se vuoi puoi anche iscriverti al nostroĀ gruppo dedicato al mondo dei costumi teatrali, in cui puoi fare domande e condividere le tue esperienze e le tue realizzazioni!