Dopo aver analizzato il modo di vestire dell’Antica Grecia e Roma, continuiamo il nostro viaggio nel tempo alla scoperta della moda dell’alto medioevo.
L’alto medioevo è stato un periodo molto lungo, iniziato nella tarda antichità con le migrazioni e le invasioni barbariche che portarono, nel 476 d.C, alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
Si concluse intorno all’anno 1000- 1100, con la nascita dei primi stati imperiali in Europa, del sistema dei Comuni e delle Repubbliche Marinare in Italia.
Dal punto di vista stilistico, viste le incursioni barbariche, l’abbigliamento romano cominciò ad incorporare varie caratteristiche proprie dei “nuovi” popoli che si susseguirono al potere.
Elementi del costume di popoli come i Goti, Burgundi, Sassoni, Longobardi, Franchi e via dicendo, andò a mescolarsi con quello dei cosiddetti “romanici”, e viceversa.
MATERIALI
Questa contaminazione si vede soprattutto nei materiali utilizzati: i romani prediligevano principalmente la lana e il lino come tessuti per gli abiti e l’utilizzo di accessori di oreficeria era ostentato principalmente dalle donne (collane, anelli, fibule, accessori per capelli, orecchini).
L’influenza barbarica estende l’interesse per materiali più ricchi anche agli uomini: la seta si diffonde maggiormente, così come l’utilizzo di bande e frange colorate a contrasto con il resto dell’abito, o l’utilizzo di tessuti decorati con ricami od ottenuti tramite metodi di tessitura complessi.
ABBIGLIAMENTO MASCHILE
Principale elemento di abbigliamento maschile era ancora la tunica, in questo caso con le maniche.
La sua lunghezza denotava la classe sociale: lunga fino ai piedi per i più ricchi, che potevano permettersi un impiego maggiore di materiale ed anche la colorazione dei tessuti, lunga fino al ginocchio per le classi sociali minori ed i guerrieri (nei colori naturali delle fibre).
Nei luoghi in cui le temperature erano più basse, veniva indossata anche una seconda tunica più pesante per proteggersi dal freddo: è questo il momento in cui nasce la moda di far uscire una parte della tunica “intima”, come vezzo di vanità e per ostentare la ricchezza di chi poteva permettersi di possedere più di una veste.
La tunica veniva poi stretta in vita da una cintura in cuoio e con importanti fibbie, per chi poteva permetterselo, o semplicemente da una striscia di tessuto più grosso.
Sempre nei climi più freddi, sotto alla tunica, gli uomini molto spesso indossavano anche vari tipi di calzabraca in lana pesante (una specie di pantaloni che avvolgevano anche il piede), o i gambali, strisce di tessuto legate alle gambe mediante lacci di cuoio.
Di Photographed by User:Bullenwächter – Photographed at Schleswig-Holsteinisches Landesmuseum de:Schloss Gottorf, Germany, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1432545
Altro indumento molto usato, sia per proteggersi dal freddo che per ostentare ricchezza, era il mantello: di varie lunghezze a seconda dei popoli, tessuti e colori (i franchi ad esempio portavano il mantello in lana grezza lungo fino alla vita, i Gaeli invece indossavano un lungo mantello in lana a quadri di vari colori, il cosiddetto tartan).
Tutti i popoli usavano fermare il mantello con una fibbia sulla spalla sinistra (in modo da lasciare libero il braccio destro per sguainare la spada). Il tipo di spilla variava a seconda del popolo, ma sempre in materiali pregiati: gli Anglosassoni le usavano di forma rotonda, i Gaeli ed i Celti usavano la cosiddetta fibula penannular (di forma rotonda anche questa, ma vuota, e con al centro un lungo spillo per fermare il tessuto), mentre i longobardi le usavano quelle “ad esse” (di forma ricurva e con motivi animalistici stilizzati) o “a staffa” (incise con motivi astratti, derivati dal mondo animale), in oro o argento dorato e decorate con pietre preziose incastonate, o con paste vitree che venivano fuse all’interno.
Di Rob Roy User:Robroyaus on en:wikipedia.org – https://www.flickr.com/people/robroy/ or http://www.roblog.com, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1609752
Le scarpe erano molto semplici e molto spesso, soprattutto nei climi più caldi, i poveri non le indossavano per niente. Si trattava principalmente di suole in cuoio legate al piede e alla caviglia tramite dei legacci dello stesso materiale, o molto spesso di suole cucite direttamente sulla calzabraca.
Il cappello maschile in questo periodo non era ancora molto in uso ed i principali copricapi utilizzati erano il cappuccio, che copriva anche le spalle ed usato per proteggersi dalle intemperie, e il cappello di paglia romano per proteggersi dal sole.
ABBIGLIAMENTO ECCLESIASTICO
Per prima cosa bisogna distinguere tra l’abito indossato dal clero e quello dei monaci.
Il clero indossava la classica tunica dei laici, ma naturalmente ad essa si sovrapponevano vari capi specifici, in modo da fare un’immediata distinzione: casula, piviale, pallio, dalmatica, mitra (sopravvissuti fino ai giorni nostri).
La casula è una veste bianca a forma di cerchio con solamente un buco per passare la testa al centro, che a seconda dei secoli muta la sua lunghezza (fino ai piedi o fino alle ginocchia). Sopra di essa si indossava il pallio, due strisce di stoffa sovrapposte e riccamente decorate con motivi che riprendevano la croce o vari simboli cristiani (principalmente in filamenti d’oro o argento), ed utilizzati per celebrare il rito della messa.
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Il piviale, invece, è una sorta di mantello rigido chiuso sul davanti (il clero non aveva bisogno di chiudere il mantello sulla spalla sinistra, perché non doveva sguainare la spada). Da orlo a orlo era decorato con una striscia di tessuto in filamenti preziosi che variavano a seconda se si trattasse di vescovi, arcivescovi, cardinali o Papi. Al tempo stesso, a seconda del livello clericale, anche il resto del mantello era decorato o ricamato.
La dalmatica, indossata dai preti, livello inferiore rispetto ai vescovi, derivava direttamente dal periodo classico romano, era una tunica con lunghe maniche e varie fasce decorative con motivi rotondi, posizionate lungo il collo, la vita e l’orlo.
La mitra, un copricapo composto da due pentagoni irregolari piatti, invece, distingueva i vescovi dagli altri esponenti del clero di condizione inferiore. A seconda del tipo di decorazione distingueva anche il livello dei vescovi tra di loro.
Per quanto riguarda i Monaci il discorso è ben diverso. Indossavano il saio o la cocolla, una tunica a forma di sacco con maniche larghe e realizzata con materiali grossolani, legato in vita da una corda, e spesso dotato di un cappuccio.
È ancora presto, però, per parlare delle varie distinzioni di colore e tessuto che contraddistingueranno i gli ordini monastici e medicanti dei secoli successivi.
ABBIGLIAMENTO FEMMINILE
In questo periodo storico anche le donne indossano delle tuniche, ma più modellate rispetto agli uomini (in modo da mostrare le forme del corpo). Si avvalgono di spacchi dalle ascelle ai fianchi o di una scollatura frontale, modellabili con lacci, nelle fasi di gravidanza o allattamento.
Così come l’uomo, a seconda delle temperature, sotto alla veste, poteva esserne indossata anche una seconda. Anche le calze, di lunghezza variabile ma mai intere (non si può assolutamente pensare alle calze moderne, per l’impossibilità di tesserle, visti i metodi antichi).
Sempre a seconda del clima, le donne indossavano sopra le vesti anche cappe, mantelle o cappucci. Con lo sviluppo del cristianesimo, saranno costrette a coprire il capo con veli o fazzoletti anche nei climi più caldi.
Illustration by Percy Anderson for Costume Fanciful, Historical and Theatrical, 1906 – http://www.gutenberg.org/files/48551/48551-h/48551-h.htm, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39174332
Naturalmente il tipo ti tessuto utilizzato ed i colori variavano a seconda del ceto sociale, ma possiamo dire con certezza che le pellicce non venivano ostentate, ma usate semplicemente per foderare i capi nei climi più rigidi.
Anche per quanto riguarda l’oreficeria, le donne in questo periodo storico sono tenute a non ostentare troppo, a parte le regine o le nobili bizantine, ed anche per quanto riguarda le fibule, comunque molto diffuse anche tra il sesso femminile, non erano particolarmente appariscenti.
Per una rinascita dell’ostentazione del lusso e della moda femminile dovremo aspettare i secoli successivi, dal 1200 in poi.
RIFERIMENTI UTILI PER UN COSTUME TEATRALE DELL’ALTO MEDIOEVO
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