Soprattutto se si è attori alle prime armi quando saliamo sul palco per recitare, uno dei dilemmi principali è “dove diamine metto le mani mentre recito?” .
Per un attore la gestualità è tanto importante quanto lo sono la dizione e l’intonazione, perché anch’essa è parte di quella che è l’interpretazione del personaggio.
Non sottovalutare mai la gestualità, sia per non sembrare degli stoccafissi in scena (magari con le mani in tasca, uno degli atteggiamenti che la maggior parte di insegnanti e registi odia da morire!), sia per evitare di gesticolare tantissimo, seguendo la filosofia del “meglio abbondare!”.
La mia gestualità inesistente al primo saggio di recitazione.
Agli inizi della mia carriera recitativa, io facevo parte della numerosa schiera degli “stoccafissi in scena”.
Anche se ormai sono passati diversi anni, ricordo ancora piuttosto bene la prima volta che ho recitato sul palco davanti al pubblico. Recitai un monologo di Mirandolina da “La Locandiera” di Goldoni, in occasione del mio primo saggio al corso di recitazione che frequentavo. Ero terrorizzata e il l cuore mi batteva a mille.
Ricordo che ero così impegnata a non svenire per terra, a dire tutte le parole del monolgo, che ho finito per star in mezzo al palco praticamente ferma e immobile. Oh beh, precisiamo… Non ero propriamente ferma come avrei voluto. In realtà tremavo come una foglia e visto che ne ero consapevole, evitai di muovere qualsiasi muscolo, se non quelli della bocca visto che non sarebbe stato carino starmene pure muta per tutto il tempo.
Ovviamente mia madre e mio padre, tutti orgogliosi, pensarono bene anche di fare un video di quella mia bellissima performance, immortalando per sempre l’indecenza di cui sono stata capace.
Niente Gesti Superflui!
L’inesperienza in scena non porta solo a essere degli stoccafissi sul palco, ma può anche portare un attore a gesticolare più del dovuto, magari convinto che così facendo la sua interpretazione ne risulti migliorata.
Be’, non è così. Anche il troppo gesticolare può diventare un problema, esattamente come il rimanere fermo immobile.
La gestualità può benificiare alla tua intepretazione solo quando i gesti che fai sono davvero necessari.
La Gestualità, infatti, per essere funzionale alla scena e all’interpretazione del tuo personaggio non deve essere fastidiosa e inutile. Detto in parole povere: i tuoi gesti non devono essere superflui, non devono sottolineare inutilmente parole e concetti che il personaggio esprime già a voce.
Ad esempio, quando in scena il tuo personaggio, ammettendo una colpa, dice “Sono stato io” non devi indicare te stesso mentre pronunci quelle parole, semplicemente perché già quella frase è chiara così, senza che serva il gesto a sottolinearne il significato.
Poi, ovviamente, se il regista preferisce che tu faccia il gesto in cui ti accusi di qualcosa, allora potrai farlo prima o dopo aver pronunciato la tua battuta, in modo che la tua gestualità non sia ridondante, ma perfettamente naturale e spontanea (anche se in realtà, è studiata 😉 ).
L’importanza della Gestualità in scena.
Come ho scritto poco più sopra, la gestualità è fondamentale perché è parte integrante dell’interpretazione del personaggio. E un personaggio, sebbene sia frutto dell’immaginazione di un autore, è in definitiva proprio come me e te. E’ una persona con tutti i suoi pregi, i suoi difetti, le sue emozioni e il suo modo di porsi, di parlare e di gesticolare.
Se pensi a questo, è naturale dare la giusta importanza al gesto perché ti aiuta a rendere ancora più vero il tuo personaggio, mentre stai recitando sul palco. Se saprai dargli il giusto atteggiamento, il giusto gesticolare, sarai sicuramente più a tuo agio e neanche ti domanderai dove diavolo devi mettere le mani.
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3 consigli per una gestualità perfetta.
Ok, forse ti starai ancora domandando “Ma che caspita devo fare in scena, allora?”.
Niente panico, sto per darti tre piccoli consigli che forse possono tornarti utili. Io li ho messi in pratica più di una volta, tanto che molto raramente ora mi pongo il problema di come gesticolare mentre recito.
Pronto? Incominciamo! 🙂
1. Conosci bene il tuo personaggio.
La primissima cosa da fare è conoscere bene il proprio personaggio, e per farlo devi solo leggere attentamente il copione. Niente di più semplice, no?
La primissima lettura del tuo copione deve essere fatta quindi solo per conoscere bene la storia del dramma o della commedia che devi interpretare e per sapere chi e cosa fa il tuo personaggio all’interno della storia. Perché tu possa leggere il copione con questo obiettivo è assolutamente necessario non fare quello che a noi attori viene spesso voglia di fare: contare il numero di battute del nostro personaggio e controllarne la lunghezza. Questa è una cosa che alla prima lettura si deve evitare.
La prima lettura serve a capire la trama e quindi devi sforzarti di leggere il copione come se fosse un romanzo. Solo se leggi il copione con questo spirito potrai riuscire a capire la personalità del tuo personaggio e (magari assieme al regista) potrai trovare le motivazioni per cui parla e agisce in quel determinato modo.
2. Conosci il contesto sociale e il periodo storico.
Una volta capito il carattere del tuo personaggio, devi sforzarti di tenere bene in mente anche il contesto in cui il tuo personaggio agisce. E’ fondamentale per dargli la giusta caratterizzazione e quindi la giusta gestualità.
Devi tenere a mente che il comportamento delle persone, il loro atteggiamento e quindi anche la loro gestualità non dipendono solo dal carattere ma anche da diversi fattori esterni, quali l’estrazione sociale, l’educazione, l’istruzione, il luogo e il periodo storico in cui vivono la loro esistenza. Questo vale tanto per noi, uomini e donne dell’era digitale, quanto per chi è vissuto nei secoli passati.
Lo stesso vale per i personaggi di fantasia nati dalla penna dei drammaturghi. Per capire come il tuo personaggio possa gesticolare o atteggiarsi, è molto importante capire in che contesto sta vivendo e agendo. Questo vale a maggior ragione nel momento in cui devi andare in scena con un’opera di ambientazione storica. Nell’era del digitale, con internet e il nostro amico Google non dovrebbe nemmeno essere un lavoro lungo e difficile capire il contesto storico del tuo personaggio, anzi questa ricerca potrebbe anche rivelarsi interessante. E sicuramente il tuo regista apprezzerà l’impegno!
Capire il contesto storico è fondamentale, perché sapere a memoria le battute e interpretarle con la giusta intonazione sono un lavoro perso se accompagnate da una pessima postura o un gesticolare anacronistico e non consono. Penso che sia un aspetto importantissimo e sul quale, come regista non transigo (ma anche in qualità di attrice). Lo sanno bene alcuni miei attori dello spettacolo “L’Importanza di Chiamarsi Enrest” che ho messo in scena qualche anno fa. 🙂
3. Associa le battute ai gesti (e guardati allo specchio).
Il passaggio successivo è sicuramente iniziare ad imparare a memoria le battute. Ma come ho detto poco più su, imparare a memoria le battute e metter anche la giusta intonazione non basta. E’ necessario anche saper associare alle battute la gestualità consona. Soprattutto se devi interpretare un personaggio che caratterialmente è l’esatto opposto della tua personalità o se il tuo personaggio appartiene ad un’epoca storica o ad una nazionalità completamente differente dalla tua, è sempre consigliabile ripetere le battute guardandosi allo specchio.
Sebbene lo specchio, specie al mattino, è l’ultima cosa che si vuole incontrare per casa, durante la preparazione di un personaggio si rivela essere uno dei migliori alleati dell’attore. Certo, può essere spietato a volte, perché certamente se sbagli te lo fa vedere senza addolcire la pillola, ma è altrettanto vero che è l’unico modo per avere una visuale esterna di se stessi senza ricorrere ad amici o parenti.
E ora… tutti sul palco a recitare (e gesticolare!)
Questi sono solo tre consigli che la sottoscritta mette in pratica ogni volta che deve interpretare un personaggio. Conoscere bene il mio personaggio e il contesto storico e sociale in cui vive mi permette di entrare in sintonia con lui e quindi di non sentirmi impacciata sul palcoscenico, mentre recito.
Il segreto è sentirsi a proprio agio con sé stessi e con il proprio personaggio!
Spero che questo articolo possa tornarti utile, ma se hai dubbi o domande da pormi, scrivi pure nei commenti qua sotto e sarò felice di risponderti!