Come preparare un monologo

In questo articolo Elisa Puccini ti parlerà di:

Studiare un testo teatrale richiede diverse qualità: concentrazione, voglia di mettersi in gioco, tempo a disposizione, passione e una buona memoria.

Quando ti viene consegnato un copione, dopo aver dato una lettura alla vicenda e aver evidenziato la tua parte, cerca subito di capire quanto tempo ti servirà per memorizzare le tue battute, se dovrai imparare un monologo (o più di uno) e con quanti personaggi dovrai interagire, così da non arrivare impreparato al giorno in cui il regista ha decretato come il giorno “InCuiNonVoglioVedereUnCopioneInMano!”.

Un giorno da sudore freddo perché per tranquillizzare il regista dirai di sapere tutto a memoria, tranne poi salire sul palco e non ricordarti neanche quale sia la tua parte!

Paura, eh? Tranquillo, ci siamo passati un po’ tutti e per darti una mano in più la nostra lungimirante Rebecca ha scritto quattro utili consigli per memorizzare al meglio la parte!

Recitare non è solo questione di memoria!

Il copione racconta una storia, racconta le passioni, le ansie e i momenti di gloria dei personaggi che ne fanno parte. E sei tu a dover mettere il cuore laddove le parole si fermano! Così nasce l’interpretazione e i personaggi possono finalmente trovare la loro identità.
Imparare semplicemente a memoria il copione e ripeterlo in scena non ti farà quindi ascendere all’Olimpo degli attori, ma casomai ti farà tornare a casa pieno di pomodoro e insalata!

Sia che tu debba affrontare un dialogo o un monologo, prova a immaginare fin dalle prime letture le sensazioni e le emozioni che dovrai trasmettere al pubblico: ad ogni riga scivolerai sempre di più nell’anima del tuo personaggio.

Mentre in un dialogo la presenza di due o più personaggi dona vivacità alla scena, come potrai declamare un monologo senza risultare piatto e monotono ma, anzi, appassionando il pubblico ad ogni parola e magari strappando un bell’applauso?

Cura la tua dizione!

Il momento del monologo è forse uno dei più importanti all’interno di uno spettacolo. Devi assicurarti che tutti gli spettatori capiscano cosa stai dicendo. Non puoi avere difetti di pronuncia o inflessioni dialettali, che possano rovinare il tuo bellissimo monologo che hai tanto faticato a preparare.

Manuale di Dizione
Manuale di Dizione di Teatro per Tutti

Una buona dizione è fondamentale per ogni attore.

Non credere a chi dice che non serve, probabilmente non la sanno o non hanno voglia di impararla!

Ci sono tanti corsi di dizione (qui trovi alcuni consigli su come scegliere un buon corso di dizione), frequentane uno e vedrai che il tuo modo di parlare cambierà drasticamente. Ci sono anche molti validi corsi di dizione on-line a cui potresti dare un’occhiata.

In alternativa, se un corso di dizione ti sembra troppo impegnativo o costoso, puoi provare ad esercitarti con il nostro Manuale di Dizione. Ci trovi tutte le regole e un sacco di esercizi, con tanto di esempi audio! Il prezzo è contenuto, proprio per essere alla portata di chiunque. Dacci un’occhiata!

Il mio primo monologo.

La prima volta che mi affidarono un monologo alla scuola di recitazione, frequentavo il teatro da pochi mesi. Era una prova intermedia e l’insegnante studiava i nostri progressi facendo esibire il gruppo con una serata dedicata esclusivamente ai monologhi.

Mi affidarono un monologo tratto da “Vestire gli ignudi” di Pirandello.

Non era tanto la storia in sé a turbarmi, quanto quella ventina di righe da imparare a memoria! 20 righe che sembravano 20 pagine!

Il ricordo che ho di quella serata? Il cuore che batteva a mille e una ragazzina (avevo sedici anni circa) spaventata che a bassa voce ripeteva delle parole probabilmente senza capirne il significato.

Insomma, roba da lasciare il teatro il giorno dopo.

Per fortuna non l’ho fatto!

Allenamento e caparbietà mi hanno permesso di acquisire metodo e così durante le prove e sul palco ho imparato (o almeno lo spero!) a esprimere delle emozioni e non solo a ripetere a pappagallo quello che diceva il copione.

E soprattutto ho imparato a non aver paura di quel momento in cui sul palco ci sei solo tu, la tua voce, il tuo corpo, le tue sensazioni e il pubblico attento a quello che dici e a come ti muovi.

Solo tu e il tuo cuore che batte veloce, velocissimo.

Come si fa ad affrontare un monologo in maniera serena?

Fra poche righe proverò a darti qualche piccolo consiglio, dei trucchetti che cerco di seguire anche io quando mi trovo davanti monologhi più o meno lunghi. Sono dei piccoli suggerimenti che ho ricevuto nel corso della mia formazione dai miei maestri, da attori più esperti con cui ho recitato, oppure delle prassi che ho sviluppato e testato nel corso degli anni.

Bene, torniamo a parlare di come puoi preparare i tuoi monologhi con meno difficoltà.

Nel corso della tua carriera teatrale probabilmente ti troverai ad affrontare due tipologie di monologo:

  1. Quello che sceglierai per affrontare un provino o un’audizione per entrare in una scuola o accademia di recitazione prestigiosa.
  2. Quello che troverai all’interno di un testo teatrale che dovrai mettere in scena.

La nuova Raccolta di monologhi a cura di Teatro per Tutti

Il Monologo per un provino

In questo caso sarai tu a scegliere il pezzo da presentare. Ecco alcuni consigli pratici

  • Scegli un testo che sia nelle tue corde. Allegro o drammatico che sia, a seconda della tua predilezione e delle tue capacità. Saper far ridere in teatro è molto più difficile che commuovere e se non hai i “tempi comici” esatti meglio prediligere un altro genere e non rischiare di venir interrotto a metà monologo dai tuoi esaminatori!
  • Scegli un testo breve. Non esagerare con la lunghezza perché se dovessi trovarti in difficoltà difficilmente riuscirai a portare a termine l’esecuzione. Credimi, un buon attore si riconosce anche da poche frasi e talvolta basta davvero poco per attirare l’attenzione su di sé.
  • Preparati con cura per il giorno dell’audizione o del provino. Impara il monologo con largo anticipo, in modo tale che nella settimana che precede il provino potrai dedicarti a finalizzare le emozioni che devi esprimere e affinare i gesti che vorrai compiere sul palco.
  • Fatti aiutare. Non pretendere di fare tutto da solo! Se puoi, fatti preparare dal tuo insegnante di teatro, oppure trovane uno appositamente per farlo. Se non hai questa possibilità, almeno chiedi ad un amico, un collega o un familiare di aiutarti a provare il monologo. Ti servirà per fare un po’ di pratica prima di affrontare i leoni cattivi della commissione e magari potresti ricevere consigli inaspettati per una migliore resa (Alza la voce! Non mangiarti le parole!)

In questo link troverai il nostro Archivio delle Scuole di Recitazione di tutta Italia, nel caso tu sia tra coloro che hanno voglia di entrare nel magico mondo del teatro, sia da professionista che come semplice appassionato che ha voglia di migliorarsi!

Il Monologo durante uno spettacolo teatrale

Nel caso in cui tu stia partecipando ad uno spettacolo, molto probabilmente dovrai affrontare uno o più monologhi, di diversa lunghezza, diversa intenzione e diversa difficoltà. In questo caso dovrai attenerti alle volontà del regista e seguire le sue indicazioni.

Può succedere che il regista veda il tuo personaggio in modo differente da te e che quindi tu inizialmente abbia difficoltà a interpretarlo secondo la sua visione. Questo è assolutamente normale, ma ricorda che il regista ha sempre l’ultima parola!

Ma non disperare! Non tutti i registi sono dei despoti e probabilmente il Grande Capo sarà disponibile ad ascoltare il tuo punto di vista.

Prima di iniziare le prove probabilmente ti chiederà come ti immagini il personaggio e perché, secondo te, pronuncia quelle determinate parole. Questo momento di confronto è molto importante, perché ti permette di discutere del tuo personaggio e scoprire delle sfaccettature che magari non avevi notato da solo.

Cerca di arrivare preparato alla prima lettura!
Una volta ricevuto il copione, segui questi consigli e vedrai che farai una buona impressione!

  • Dai una prima lettura generale e apprezza la storia nel suo complesso. Questo passaggio è fondamentale, perché è il modo in cui i tuoi spettatori fruiranno dello spettacolo. Pochi o nessuno di loro entreranno in profondità nell’analisi del testo o della psicologia del tuo personaggio. Quindi sapere qual è la prima impressione che trasmette il testo nel suo complesso è molto importante.
  • Rileggi il copione, stavolta concentrandoti sul tuo personaggio. Cerca di capire chi è all’inizio dello spettacolo e come si evolve nel corso della vicenda.
  • Esamina i tuoi monologhi. Solitamente sono i punti in cui il personaggio si espone di più e in cui si può apprezzare più a fondo la sua psicologia o il suo ruolo nella storia. Sottolinea le parole importanti. Durante il monologo il personaggio apre la sua anima a sé stesso ma anche al pubblico. Potrà essere felice, arrabbiato, deluso, vorrà confidare agli spettatori un piccolo segreto. Per rendere tutte le sfaccettature del suo pensiero prova a sottolineare le parole che ritieni importanti, i punti salienti del suo argomentare, termini intorno ai quali si snoda il discorso. Evidenziale o sottolineale e vedrai che già fin dalle prime prove, confrontandoti con il regista, potrai trovare la giusta strada per costruire il tuo personaggio.
  • Contestualizza la storia. Questo aspetto è strettamente legato al precedente, è un passaggio aggiuntivo che ti permette di penetrare ancora di più nell’animo del tuo personaggio. Prova a rileggere il copione come le pagine di un diario, domandati che cosa sta pensando e provando il personaggio in quegli attimi, che cosa lo ha spinto a pronunciare quelle determinate parole, che cosa stava facendo o su cosa stava riflettendo nella stanza “fuori scena” prima di interagire con gli altri! Vedrai che ti risulterà molto più facile immedesimarti, per la gioia del regista e degli spettatori. E ovviamente per te!

Facciamo un piccolo esercizio

A questo proposito voglio lasciarti una poesia che potrà servirti da allenamento per contestualizzare la storia che viene raccontata: Il lonfo, scritta da Fosco Maraini.

Si tratta di un brillante esempio di poesia metasemantica, una tecnica letteraria che utilizza parole che non hanno significato per suggerire una chiave di lettura capace di dare un senso alla poesia. Questo espediente permette quindi di interpretare in più modi il testo e dargli la chiave di lettura che si preferisce.
Prova allora a leggerla come se tu raccontassi una favola, poi come se fossi la voce fuori campo di un documentario, poi leggila in preda all’ira, oppure scompisciandoti dalle risate, poi in qualsiasi modo ti suggerisca la tu fantasia!

Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta.
È frusco il lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t’arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi, in segno di sberdazzi
gli affarfaresti un gniffo. Ma lui zuto
t’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.

Divertente, no?
Ma ricorda che per affrontare un monologo sicuro di te e senza timore serve soprattutto concentrazione. Se starai attento e vigile nel momento in cui hai il palco tutto per te non dovrai aver paura di nulla.
Se sei preparato e hai imparato a conoscere bene il tuo personaggio troverai il modo di risolvere anche piccoli o grandi vuoti di memoria.

Un ultimo suggerimento.

Ti lascio un altro piccolo consiglio per aiutarti ad affrontare un improvviso black-out.

Quando studi un monologo, soprattutto se particolarmente lungo, cerca di immaginare l’evento che stai raccontando.

Cerca proprio di disegnarlo nella tua mente, come se fosse la scena di un film. Se il monologo descrive i dettagli di una scena, tu cerca di vederli nella tua mente. Chiudi gli occhi e immagina di essere li.

In questo modo avrai sempre in testa una scena, un appiglio dal quale ripartire in caso di difficoltà.

Ad esempio, quando ho interpretato il monologo della Figliastra, da “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello, per il Monologo del Mese di Teatro per Tutti (se non sai cos’è, ne parlo più avanti in questo articolo), ho dovuto impararlo molto velocemente. E questa tecnica mi è stata molto d’aiuto.

Qui accanto trovi il testo del monologo teatrale, mentre lo leggi prova a disegnare nella tua mente la scena e vedrai che lo ricorderai molto più facilmente!

La figliastra

da “Sei personaggi in cerca d’autore”, di Luigi Pirandello.

Povero amorino mio, tu guardi smarrita, con codesti occhioni belli: chi sa dove ti par d’essere! Siamo su un palcoscenico, cara! Che cos’è un palcoscenico? Ma, vedi? E’ un luogo dove si gioca a far sul serio. Ci si fa la commedia. E noi ora faremo la commedia. Sul serio, sai! Anche tu… Oh, amorino mio, amorino mio, che brutta commedia farai tu! Che cosa orribile è stata pensata per te! Il giardino, la vasca… Eh, finta, si sa! Il guaio è questo, carina: che è tutto finto qua! Ah, ma già forse a te bambina, piace più una vasca finta che una vera; per poterci giocare, eh? Ma no, sarà per gli altri un gioco: non per te, purtroppo, che sei vera amorino, e che giochi per davvero in una vasca vera, bella, grande, verde, con tanti bambù che vi fanno l’ombra, specchiandovisi e tante tante anatrelle che vi nuotano sopra, rompendo quest’ombra. Tu la vuoi acchiappare, una di queste anatrelle… (con un urlo che riempie tutti di sgomento) No Rosetta mia no! La mamma non bada a te, per quella canaglia di figlio là! Io sono con tutti i miei diavoli in testa… E quello lì… (Lascerà la Bambina e si rivolgerà col solito piglio al Giovinetto) Che stai a far qui, sempre con quest’aria di mendico? Sarà anche per causa tua, se quella piccina affoga: per questo tuo codesto star così, come se io facendovi entrare in casa non avessi pagato per tutti! Che hai lì? Che nascondi? Ah, Dove, come te la sei procurata? Sciocco, in te, invece di ammazzarmi io, avrei ammazzato uno di quei due, o tutti e due: il padre e il figlio.

Come posso esercitarmi con i monologhi?

Come in ogni campo, l’esercizio è il modo migliore per migliorare le proprie capacità. Ma senza un riscontro, senza un occhio esterno che possa dirti se ti sei esercitato bene, esso perde molta della sua efficacia.

Ecco a cosa servono le scuole di teatro e i corsi di recitazione!

A questo proposito, anche di noi di Teatro per Tutti abbiamo voluto darti la possibilità di metterti alla prova, di esercitarti e confrontarti con attori di tutta Italia nell’arte del monologo.

Ogni mese infatti scegliamo un monologo, tra i più belli e famosi della storia del teatro, chiediamo ad un attore (o attrice) che conosciamo di interpretarlo e pubblichiamo il video sul nostro Canale Youtube.

Inoltre, invitiamo chiunque se la senta a interpretare a sua volta lo stesso monologo e condividere con noi il suo video, con l’hashtag #monologodelmese.

In questa pagina puoi capire meglio come funziona il Monologo del Mese di Teatro per Tutti.

Ma perché dovrei partecipare al monologo del mese?

Si, lo so…imparare un monologo, provarlo, girare il video, caricarlo…è un bel po’ di sbattimento!

Però ti consiglio davvero di provarci…per ben 5 buoni motivi:

  1. Potrai cimentarti con i monologhi più belli di sempre. Per me basterebbe questo! Anche se te lo auguro con tutto il cuore, sarà difficile che tu abbia la possibilità di interpretare tutti questi monologhi…mentre partecipando al Monologo del Mese potrai affrontare monologhi tratti dalle opere di Shakespeare, Pirandello, Goldoni, Moliere, De Filippo e tanti altri grandissimi autori.
  2. Potrai migliorare nell’arte del monologo. Come dicevo prima, è con l’esercizio che si migliora. Se ogni mese dedicherai un po’ di tempo allo studio di un monologo, pian piano avrai molti meno problemi quando ti troverai a doverne affrontare uno per uno spettacolo.
  3. Potrai confrontarti con attori di tutta Italia. Nel gruppo facebook dedicato, ci sono attori provenienti da ogni parte d’Italia (e anche qualcuno dall’estero). Professionisti e amatori, diplomati o alle prime armi. Caricando il tuo video potrai avere delle opinioni sulla tua interpretazione, in un clima di collaborazione e sostegno reciproco, che ti potranno essere utilissime per migliorare! Inoltre potrai vedere i video di tanti altri attori che interpretano il tuo stesso monologo, in modo da notare quante diverse sfumature, intenzioni e approcci si possono dare allo stesso personaggio e alle stesse parole. Un occasione di confronto e di crescita enorme e del tutto unica.
  4. Può essere utile alla tua carriera. Noi di Teatro per Tutti cerchiamo sempre di ricondividere tutti i video di risposta che riceviamo, per cui il tuo video può essere visto da molte persone in tutta Italia. Siamo seguiti anche da professionisti dello spettacolo e…beh, non si sa mai! 😉
  5. Serve a metterti in gioco. Nel teatro bisogna buttarsi. Un attore che non si esibisce non può imparare, non può migliorare. Non abbiamo tutti la possibilità di andare sul palco molto spesso, per cui bisogna trovare delle alternative in attesa di poter calcare le assi del palcoscenico. Gira un video. Non importa la qualità, basta che ti si veda e ti si senta bene. Usa il tuo smartphone, la webcam o una macchina fotografica, non importa…l’importante sei tu e la tua interpretazione!

Ognuno ha il suo metodo!

Se non sei alle prime armi, sicuramente anche tu avrai sviluppato un metodo o dei piccoli trucchi per affrontare i monologhi più o meno lunghi che ti sei trovato ad affrontare.

Io e tutti i lettori di Teatro per Tutti siamo molto curiosi di conoscerli!

Perché non ce li racconti? Puoi usare il modulo dei commenti che trovi qui sotto!

E se ti è piaciuto questo articolo, ricordati di condividerlo!

Alla prossima!

Foto di copertina e all’interno dell’articolo (se non diversamente indicato): Pixabay

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