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Registi italiani famosi: Luca Ronconi

Registi italiani famosi: Luca Ronconi

Indice dell'articolo

C’è una frase con la quale possiamo introdurre perfettamente uno dei registi italiani più importanti: Luca Ronconi, attore e regista teatrale, ma anche curatore e allestitore di mostre.

“Ho sempre pensato che si sopravvive meglio se le direzioni non sono una sola ma diverse”.

Luca Ronconi nasce in Tunisia, a Susa, l’8 marzo del 1933. Dopo pochi anni di vita trascorsi oltre mare, la famiglia Ronconi si trasferisce a Roma.

Luca qui frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e si diploma nel 1953.

Nello stesso anno inizia la sua carriera da attore, partecipando a numerosi film e spettacoli teatrali, senza farsi mancare sceneggiati, prosa radiofonica e televisiva con la RAI.

Il suo esordio attoriale è di quelli memorabili. Ha infatti partecipato come attore allo spettacolo “Tre quarti di luna” con la regia di Luigi Squarzina e Vittorio Gassman! In seguito recita con altri registi di grande spessore come Orazio Costa, Giorgio De Lullo e Michelangelo Antonioni.

Luca Ronconi negli anni ’50 – Di Sconosciuto – Italian magazine La fiera del cinema n.2, October 1959, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53102127

Esordio alla regia di Luca Ronconi

È il 1963 quando Luca Ronconi passa dall’altro lato e inizia a lavorare come regista con la compagnia di Corrado Pani e Gianmaria Volonté. Tra i suoi lavori c’è l’allestimento dello spettacolo “La buona moglie”, unione di due testi goldoniani, La putta onorata e La buona moglie.

Solo tre anni più tardi verrà riconosciuto dalla critica come uno degli esponenti di punta dell’avanguardia teatrale italiana anche grazie alla regia degli spettacoli I lunatici di Middleton e Rowley, avviandosi a diventare uno dei registi teatrali italiani più famosi.

Avevamo parlato in questo articolo delle Avanguardie teatrali del Novecento.

Ma lo spettacolo che segna per lui la fama internazionale è senza dubbio l’ “Orlando Furioso” di Ariosto (1969), nella riduzione a cura di Sanguineti.

Negli anni Settanta è fondamentale la sua collaborazione con diverse istituzioni teatrali. È, ad esempio, Direttore della Sezione Teatro alla Biennale di Venezia (1975-77) e successivamente fonda e dirige il Laboratorio di progettazione teatrale di Prato (1977-79).

Qui metterà in scena “Baccanti” di Euripide e “La torre” di von Hofmannsthal.

Sempre in questi anni Luca Ronconi firma la messa in scena di spettacoli rimasti nella storia come “XX” da Wilcock (1971), l’”Orestea” di Eschilo (’72), “Utopia” di Aristofane (’76).

I Lunatici di Luca Ronconi, registi italiani famosi
Valentina Fortunato e Sergio Fantoni / Foto Margine.
Tratta dal sito www.lucaronconi.it

Crescita e sviluppo della ricerca di Luca Ronconi

Gli anni Ottanta e Novanta vedono una serie di tappe fondamentali del percorso di ricerca ronconiana e del suo affermarsi come personalità teatrale.

In questi anni si contano spettacoli considerati indiscutibili vertici della storia del teatro italiano del dopoguerra, che lo rendono uno dei registi italiani più importanti.

Tra questi, vale la pena citare “Ignorabimus” di Holz (‘86), o anche “Dialoghi delle carmelitane” di Bernanos (‘88) e ovviamente “Tre sorelle” di Cechov (‘89).

Per dar conferma della sua grande rilevanza nel mondo teatrale italiano, dal 1989 al 1994 Luca Ronconi è direttore del Teatro Stabile di Torino. In questo periodo, fonda e dirige nel 1992 la Scuola per attori.

Sempre in questo periodo firma la regia di diversi spettacoli.

Tra questi è giusto menzionare “Gli ultimi giorni dell’umanità”di Karl Kraus (1990), una messinscena unica che ha visto più di sessanta attori, il tutto nell’ambiente della sala macchine del Lingotto di Torino.

Nell’aprile del 1994 è nominato direttore del Teatro di Roma: in questo periodo metterà in scena spettacoli di grande impegno come “Re Lear” di Shakespeare o Verso “Peer Gynt” tratto da Ibsen (1995).

Da ricordare anche la messinscena di “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda (‘96) e lo spettacolo “I Fratelli Karamazov” di Dostoevskij (‘98).

I primi anni duemila

In questi anni Luca Ronconi, essendo uno dei registi italiani più importanti, continua anche la sua carriera all’interno delle politiche teatrali. Dal gennaio 1999 è consulente del Direttore del Piccolo Teatro di Milano, assumendo anche la direzione della Scuola per attori dello stabile milanese (fino al 2015).

Come avvio di questo lavoro presso il Piccolo sceglierà di allestire la messinscena della celebre opera di Calderón de la Barca “La vita è sogno” insieme a “Il sogno” di Strindberg, nell’inverno del 2000.

Appartengono a questo periodo anche le regie di Lolita (sceneggiatura di Nabokov), I due gemelli veneziani di Goldoni e Candelaio di Giordano Bruno.

Il Centro Teatrale Santacristina

È nel 2002 che fonda – insieme a Roberta Carlotto – il Centro Teatrale Santacristina, un’unità di produzione e formazione teatrale che dirige in una struttura creata nella campagna tra Gubbio e Perugia.

Accanto alla formazione d nuovi attori e alla creazione di corsi di perfezionamento e laboratori per attori, con il suo Centro Teatrale Santacristina, Luca Ronconi ha modo di sviluppare ulteriormente anche la sua carriera di regista.

Tra le varie messinscene dei primi anni duemila, c’è “Amore nello specchio” del 2002 che vede protagonista Mariangela Melato a Ferrara.

Infine vale la pena menzionare anche la messinscena “Nel bosco degli spiriti” del 2008.

Si tratta di una messinscena particolare. “Nel Bosco degli spiriti” è infatti una fiaba dello scrittore nigeriano Amos Tutola, resa teatralmente da Cesare Mazzonis e musicata dal vivo da Ludovico Einaudi.

Il “Progetto Domani” e la collaborazione con il Festival dei Due Mondi

La sua partecipazione alla vita teatrale e nazionale lo vede inoltre impegnato a dirigere a Torino cinque spettacoli.

Questi costituiscono il “Progetto Domani”, promosso in occasione delle Olimpiadi invernali, e poi “Fahrenheit 451 “di Ray Bradbury per l’edizione del 2007 del Salone del Libro di Torino.

Nel giugno 2008 inizia la collaborazione con il Festival dei Due Mondi di Spoleto – che continuerà fino alla morte – presentando alcune “Lezioni” sulla drammaturgia di Ibsen.

I Premi e Riconoscimenti

La sua lunga carriera di regista teatrale è segnata da numerosi e prestigiosi premi e riconoscimenti come il Premio UBU, il Premio Nazionale della Critica, il Premio ETI, il Premio “Antonio Feltrinelli”.

Luca Ronconi ha avuto anche l’onore di ricevere svariate lauree honoris causa delle Università di Bologna (1999), Perugia (2003), Urbino (2006) e Venezia (2012).

Nell’ambito della Biennale Teatro di Venezia, nell’agosto 2012 ha anche ritirato il Leone d’Oro alla Carriera.

Muore il 21 febbraio 2015 a Milano, pochi giorni dopo il debutto del suo ultimo spettacolo Lehman Trilogy di Stefano Massini al Piccolo Teatro.

La Regia Lirica

Un artista poliedrico e sempre in movimento come Luca Ronconi non poteva certo lasciarsi sfuggire l’occasione di confrontarsi anche con la Lirica.

Ed infatti, nel corso della sua lunga e ricca carriera, attraverso le sue svariate regie liriche si è confrontato con i grandi classici dell’opera italiana ed europea come Verdi, Bellini, Puccini e Bizet.

Tuttavia, come ci suggerisce la stessa citazione di Luca Ronconi che ho citato all’inizio di questo articolo, si è dedicato anche ad un intenso studio sui territori meno battuti del teatro musicale, come la grande stagione del Barocco italiano.

Fra le sue regie liriche più celebri ricordiamo “Nabucco” (1977) e “Aida” (1985) di Giuseppe Verdi, “Norma” di Bellini (‘78), “Tosca” di Giacomo Puccini, “Carmen” di Bizet (’70) e “Don Giovanni” di Mozart (1990).

Di particolare rilievo è l’incontro con la drammaturgia musicale rossiniana che vede fra i molti: “Il barbiere di Siviglia” (1975), “Moïse et Pharaon ou le passage de la Mer Rouge “(1983). E poi “La cenerentola” (1998) e “L’Europa riconosciuta” di Salieri (per la riapertura della Scala nel dicembre 2004).

L’Orlando furioso

L’ “Orlando furioso” è lo spettacolo che ha dato fama internazionale a Luca Ronconi, rendendolo uno dei registi italiani più famosi anche all’estero.

Tratto dal testo di Ludovico Ariosto e ridotto da Edoardo Sanguineti, è stato presentato al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1969, presentandosi come unico nel suo genere. E in effetti, fino a quel momento non si era mai visto niente del genere in italia, ma anche all’estero.

Grazie all’aiuto del poeta Sanguineti, Ronconi adattò le ottave del poema ariostesco per il palcoscenico, creando uno spettacolo sviluppato in una sorta di simultaneità di scene e di labirinto rappresentativo, rispecchiando così l’intreccio narrativo del poema stesso.

Ronconi crea con l’”Orlando furioso” una delle messinscene più movimentate dell’intera storia del teatro, uno spettacolo-festa che invade chiese e piazze e diventa uno dei simboli della rivoluzione teatrale di quegli anni.

Lo spettacolo fu rappresentato all’interno della chiesa di San Nicolò di Spoleto in una somma di azioni simultanee che avvengono in luoghi lontani fra loro.

Un’immagine dell’Orlando Furioso di Luca Ronconi, tratta dal sito www.lucaronconi.it
Archivio Fondazione Festival dei 2 Mondi

Lo stesso Ronconi, parlando del suo “Orlando furioso” ha affermato:

Lo spettatore fondamentalmente si trova davanti a due scelte: o partecipa al gioco che gli proponiamo, o si mette in disparte e sta a guardare.

E in questo caso si annoierà, perché, ripeto, lo spettacolo va vissuto, non certo visto e giudicato.

Se, al contrario, lo spettatore entra nel gioco potrà, immediatamente, essere parte viva, attiva di esso.

Il pubblico è diviso in gruppi e segue, tra i filoni narrativi proposti, quello che preferisce, potendo anche cambiare quando vuole la scelta della rappresentazione da vedere.

I percorsi erano stati pensati seguendo una scenografia molto articolata e volutamente fittizia, quasi a voler richiamare all’antico deus ex machina del teatro greco.

Come potrai facilmente immaginare, spettacolo fu un successo mondiale e ne furono fatte svariate repliche.

Infine, nel 1975 lo stesso Ronconi realizzerà una versione televisiva del suo “Orlando furioso”, ma venendo a mancare la partecipazione del pubblico e la simultaneità delle scene, la narrativa è naturalmente molto più lineare.

Se ti va di vedere la versione video di questa fantastica messinscena teatrali, allora ti lascio qui di seguito il link al Dvd che puoi acquistare su Amazon:

Per approfondire la tua conoscenza di Luca Ronconi

Se, dopo aver letto questo articolo, sei affascinato anche tu dalla figura poliedrica e vulcanica di Luca Ronconi, ti suggerisco di leggerti questo libro:

Si tratta di una autobiografia dello stesso Ronconi.

Una autobiografia particolarmente preziosa, considerando quanto il regista sia stato davvero molto riservato circa la sua vita privata e intima.

Puoi anche visitare il suo sito web, dove trovare tante informazioni sulle sue opere.

Continua a seguire i nostri articoli sui Registi italiani più famosi e importanti di sempre. Abbiamo già scritto di Giorgio Strehler, Emma Dante, Orazio Costa e tanti altri.

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